fbpx

Una palette di colori che vira all’autunno

Siamo ancora in estate, è vero. Mah… A settembre, molti alberi ad alto fusto iniziano a mostrare i segni del cambiamento di stagione: attraverso le loro foglie e un po’ con tutto il loro comportamento.

Prima ancora di assistere al grande fuoco d’artificio del foliage autunnale, possiamo dunque indagare e cogliere piccole-grandi trasformazioni anche negli alberi del nostro e del tuo giardino. Qualcosa che, dall’apice dei fusti e dei rami più alti, ci indica un percorso che è già cominciato. E che molto presto coinvolgerà tutta la natura intorno a noi.

In questo periodo ti può venire voglia di… Quercus!

Alzando gli occhi verso il cielo del nostro o del tuo spazio aperto, proprio adesso ci può venire il desiderio – per esempio – di parlare di nuovo di Querce.

  • In Europa ne troviamo almeno 27 specie, tutte riconoscibili – pur con le dovute differenze – per le loro foglie a forma di lobo, le ghiande, la corteccia dura e squamosa, spesso di colore grigio e segnata da crepe o incisioni del tempo.
  • In Italia non ne mancano esemplari imponenti (anche se ne esistono delle specie arbustive e piuttosto basse, come la Quercus coccifera che è in particolare presente in Liguria). Puoi scorpire di più, per esempio, sulla Quercia palustre grazie al nostro Alessio.

N.B. Oltre a formare un vasto mosaico di ambienti forestali e boschivi, molte varietà di Quercus vengono utilizzate in silvicoltura per la produzione di legname. E anche questo è un dato che nel passaggio di stagione può portare all’associazione d’idee ‘casa = dolce ritrovo in autunno e inverno’… Insomma, l’outdoor che in qualche modo prosegue nell’indoor. Sei d’accordo?

Tipiche per il portamento della chioma, che tende a svilupparsi in ampiezza assumendo una forma ovale, tondeggiante oppure a guisa di ombrello… Le Querce spesso iniziano a cambiare colore adesso, in settembre, anticipando l’arrivo dell’autunno. Per questo ora il desiderio di osservarle potrebbe aumentare in te e in noi tutti.

Magari ti piace leggere, a questo proposito, anche qualcosa sul Cerro (Quercus cerris). Scorpi di più, allora, cliccando qui.

In questo periodo ti può venire voglia di… Acero!

Gli Aceri in particolare quello rosso – sono conosciuti per le loro foglie autunnali, che hanno splendide tonalità rosse e arancione brillante. Ed è proprio a settembre che iniziano a cambiare colore (!).

  • In Europa è possibile trovare diverse specie di Aceri, ma una delle più comuni è l’Acero campestre (Acer campestris), noto per le sue foglie a cinque lobi e la corteccia grigia. Ci sono, poi, l’Acero riccio (Acer platanoides) e l’Acero d’Ungheria (Acer pseudoplatanus).
  • In Italia due sono le specie di Acero più diffuse: in primo piano sempre l’Acero campestre, che cresce ampiamente in tutto il Paese; quindi troviamo l’Acero riccio, il quale si trova invece soprattutto nelle regioni del nord.

Gli Aceri contribuiscono alla bellezza del paesaggio italiano di stagione in stagione: con le loro foglie verdi in estate, e con le sfumature di giallo e arancio in autunno. Preparati dunque a fotografare la loro tavolozza (!).

In questo periodo ti può venire voglia di… Betulla!

Eccole! Le Betulle sono alberi ad alto fusto con foglie verdi che, in autunno, possono deviare verso il giallo pallido. Anche in questo caso, è a settembre che potresti notare i primi segni del meraviglioso cambiamento.

  • In Europa è possibile trovare diverse specie di Betulla. Tra le più comuni c’è la Betulla pendula (Betula pendula), caratterizzata dalla sua corteccia bianca e dalle foglie dentate a forma di rombo. Ma nel nostro continente troviamo anche la Betulla pubescente (Betula pubescens) e la Betulla a foglie piccole (Betula humilis).
  • Anche in Italia le specie di Betulla più comuni sono la pendula e la pubescente. Si tratta di alberi che si trovano principalmente nelle regioni settentrionali, dove il clima è in genere più fresco e umido. Questo è infatti l’habitat che si addice alla pianta e alla sua crescita.

N.B. Non trovi anche tu che la Betulla sia estremamente poetica? La corteccia bianca e le foglie leggere aggiungono un tocco di eleganza ad ogni panorama dove lei trova il suo spazio.

In questo periodo ti può venire voglia di… Tiglio!

Foglie a forma di cuore e fiori profumati: il Tiglio sa farsi amare, per mille motivi.

  • In Europa sono molto diffusi il Tiglio comune (Tilia europaea) e il Tiglio selvatico (Tilia cordata). Entrambe queste specie, infatti, sono ampiamente distribuite sul territorio del nostro continente. Le puoi riconoscere appunto per le foglie cuoriformi e per i fiori gialli, che sbocciano in estate.
  • In Italia, la specie più diffusa è la Tilia cordata, nota anche come ‘Tiglio a foglie piccole’. Esso si trova – in effetti – in molte regioni del Paese, soprattutto nelle zone montane e collinari. Il suo legno è apprezzato per la produzione di mobili e oggetti artigianali, mentre le infiorescenze sono utilizzate per preparare tisane e infusi. 

Ma oggi ti possiamo ri-suggerire anche la lettura di questo articolo di Alessio, dedicato in particolare al Tiglio Nostrano (Tilia platyphyllos).

Il Tiglio – dunque – è in grado di aggiungere note di bellezza e di balsamici effluvi a tanti paesaggi. Anche in settembre, quando i fiori possono iniziare a cadere mentre le foglie rimangono (per un po’)  ancora verdi.

In questo periodo ti può venire voglia di… Faggio!

Invertono la rotta verso il giallo brillante e fino al rosso, i Faggi, in autunno. A cominciare, sempre, dal nostro amato settembre.

  • Nel continente europeo la specie di Faggio più comune è – per l’appunto – il Faggio europeo (Fagus sylvatica). Questa specie è conosciuta per le sue foglie dalla forma ovale, che popolano boschi davvero belli e lussureggianti.
  • Alle nostre latitudini, oltre al Faggio europeo, è possibile trovare pure il Faggio meridionale (Fagus sylvatica subsp. meridionalis). Si tratta di una sottospecie che si è adattata molto bene alle condizioni climatiche del sud Italia e può essere dunque presente in alcune regioni dell’Appennino meridionale.

N.B. Il Faggio meridionale presenta alcune differenze morfologiche rispetto al Faggio europeo, ma entrambe le specie hanno un impatto notevole sul paesaggio. Regalano tutti e due boschi densi e foglie che si tingono di rosso in autunno, contribuendo a creare spettacolari quadri naturali.

I Faggi maestosi e i colori della Tuscia autunnale

Il Fagus sylvatica è uno degli alberi più emblematici della nostra area geografica. Settembre lo risveglia dolcemente dal torpore delle sue lunghe estati sonnolente e lo induce così a prepararsi per il grande spettacolo autunnale. Allora le sue foglie ovali iniziano a trasformarsi, sfumando nel rosso e nell’arancio.

Nella Tuscia Viterbese sono d’altronde presenti diverse faggete di grande importanza ecologica e naturalistica. Le conosci già? Si trovano in particolare in alcune zone montane e collinari della regione, ed offrono quadri mozzafiato per l’appunto tra settembre e dicembre (ma anche grande frescura e verde intenso nei mesi caldi!).

Qui ti ricordiamo i più importanti tra i boschi di Faggi della TusciaMagari programmerai presto una passeggiata (!).

  • Monti Cimini: situati a nord-ovest di Viterbo, ospitano diverse faggete, in particolare nel Parco Naturale Regionale dei Monti Cimini. La Faggeta del Cimino è una delle più note ed offre percorsi davvero incantevoli tra questi grandi alberi.
  • Monti della Tolfa: si trovano a sud-ovest di Viterbo e sono pure conosciuti per le loro faggete, tra le quali spicca la preziosa Faggeta di Santa Cornelia.
  • Monti Volsini: posti nell’area di Bolsena, contengono alcune faggete di interesse. La Faggeta di Gradoli è l’esempio forse più famoso, perché offre una imperdibile opportunità d’immergersi nella bellezza del foliage.
  • La Faggeta di Monte Fogliano.

Così entrando nell’autunno si crea – di bosco in bosco – una splendida consonanza cromatica. E, camminando sotto le fronde dei Faggi della provincia di Viterbo, anche tu puoi sentirti accolta/o dentro un naturale cambiamento dei ritmi. Mentre le giornate si accorciano, il fruscio delle foglie ti culla come una melodia.

Sì. Le faggete della Tuscia Viterbese sono luoghi ideali per escursioni e passeggiate nella natura, in particolare quando le foglie si tingono di colori caldi e creano panorami spettacolari. Prima di visitarle, è consigliabile però verificare le informazioni aggiornate sulle condizioni e sugli accessi. Infatti alcune di queste aree sono gestite come riserve naturali o parchi regionali. E quindi hanno regole specifiche da rispettare.

In questo periodo ti può venire voglia di… Ontano!

Gli Ontani sono noti per la loro corteccia bianca e le foglie dentate. In autunno, queste belle foglie possono diventare gialle prima di cadere.

  • Partiamo come sempre dall’Europa: qui una delle specie di comuni è l’Ontano nero (Alnus glutinosa). Si tratta di un albero diffuso in molte regioni del continente, riconoscibile per la sua corteccia scura e le foglie dentate.
  • In Italia, oltre all’Ontano nero, puoi trovare l’Ontano verde (Alnus viridis), noto anche come Ontano montano. Lo dice dunque il nome: questa specie è più comune nelle regioni alpine e subalpine, quindi in quelle del nord Italia.

N.B. L’Ontano verde è caratterizzato da foglie più piccole e da una corteccia più chiara rispetto all’Ontano nero. Entrambe le specie, tuttavia, sono importanti per il loro contributo alla biodiversità degli ambienti umidi e delle zone ripariali.

Anche nel Viterbese, l'intrigante Ontano e il suo ruolo ambientale

L’Ontano (Alnus) è il secondo attore di questa pièce naturale. La sua corteccia grigio scura e le foglie dentate lo rendono inconfondibile. Ma ciò che fa dell’Ontano un attore straordinario è il suo ruolo ecologico. Le sue radici contribuiscono, infatti, al fissaggio dell’azoto nel terreno, migliorando la fertilità e supportando la crescita di altre piante. Una vera opera d’ingegneria naturale!

Nel territorio della Tuscia Viterbese è possibile trovare boschi di Ontano in varie zone. In particolare si tratta sempre di aree montane e collinari, dove quest’albero si sviluppa bene grazie ad ambienti umidi e terreni ben drenati. Per questo è spesso presente nei pressi di corsi d’acqua, paludi o terreni con elevata umidità.

Fatta questa premessa generale, devi quindi sapere che – muovendoti nell’Alto Lazio – troverai boschi di Ontano in specie qui… 

  • Nei Monti Cimini (nord-ovest di VT), dove il terreno è più umido per la presenza di fiumi e torrenti.
  • Sui Monti della Tolfa (sud-ovest di VT), ove ci sono zone di terreni umidi molto adatte per la crescita di questi alberi.
  • Tra i Monti Volsini (nei pressi del lago di Bolsena), dove non è difficile trovare corsi d’acqua ed aree paludose.

I boschi di Ontano, con le loro caratteristiche foglie dentate e la corteccia grigio-argentea, contribuiscono dunque alla biodiversità e alla bellezza naturale della Tuscia Viterbese.

Il sorprendente Castagno e i suoi frutti prelibati

L’atmosfera di settembre porta anche con sé il profumo dei Castagni (Castanea sativa), maturi ormai per fruttificare. Questi alberi, con le loro foglie lanceolate, donano un’atmosfera unica ai boschi. I loro frutti, le castagne, sono prelibate delizie autunnali che presto potrai gustare in numerose pietanze locali, come il classico ‘castagnaccio’.

 

Tra caducifoglie e sempreverdi, è comunque una meraviglia!

Nelle righe e nei box precedenti ti abbiamo elencato solo alcuni esempi di alberi ad alto fusto che potresti osservare e in particolare ammirare a settembre, quando inizia la transizione verso l’autunno. La varietà delle tipologie e delle specie implicate nel ‘balletto del foliage’ – per la verità – è ben più ampia.

D’altronde il cambiamento delle foglie e degli alberi stessi è – in effetti – un argomento interessante da esplorare sotto diversi punti di vista per chi è appassionato di botanica o ama la natura nel suo insieme. Quindi davvero non c’è mai fine alla scoperta…

Ma la natura di cui ti abbiamo voluto parlare oggi è, in particolare, quella che ci circonda e nella quale siamo immersi noi. Probabilmente anche tu stai vivendo in questo stesso spazio o molto vicino alla nostra sede storica de La Trinità. È, per esempio, la natura del Bosco del Sasseto (sempre in provincia di VT).

Infatti, senza nulla togliere al piacere dell’identificazione e della conoscenza più approfondita di ogni albero che la nostra Madre Terra c’ha donato, ci piace (e ci pare anche giusto!) farti entrare in contatto con specie presenti nel  nostro paesaggio. Di stagione in stagione, quindi anche a settembre. 

Dicci la verità: quanto ti piace la Tuscia?!? E pensi di conoscerla sul serio??? Probabilmente ci sei stata/o già diverse volte. Magari ci abiti. Magari hai già fatto molte belle gite in questi boschi e in queste campagne…

Allora forse saprai che l’esplorazione di tale territorio è, immancabilmente, caratterizzata dalla rivelazione d’una bellezza straordinaria e spesso incontaminata, dove i grandi alberi sono protagonisti espressivi e imponenti di un carattere endemico.

Perciò… Vieni con noi a conoscere altre piante ad alto fusto che potresti incontrare in modo felice nella provincia di Viterbo, dove la nostra azienda vive ed opera da sempre. Altre piante che a settembre, qui come altrove, si fanno notare. Non solo per le foglie che cambiano colore, ma anche – per esempio – per la solennità della presenza. Un filo verde che unisce momenti dell’anno diverso. Per tutta la vita.

Di stagione in stagione.

Ma qualche sempreverde ci sta sempre bene
  • Il Cedro: mistico, longevo e sempreverde

Camminando per i viali de La Trinità – ma anche altrove nella nostra zona – non possiamo ignorare la presenza del Cedro (Cedrus), che è un albero dal portamento regale. Il suo legno pregiato è stato utilizzato per secoli nella costruzione di navi ed edifici. Ma la sua vera magia risiede nella longevità. Questi giganti possono vivere – infatti – per centinaia di anni, testimoni silenziosi delle epoche che si susseguono. Anche se sono sempreverdi, aggiungono un bel contrasto con il resto delle piante caducifoglie, restando in attesa dell’inverno e poi della rinascita di tutto il giardino.

  • Il Pino: c’è del verde, versatile e resiliente

Per concludere il nostro viaggio, non possiamo poi certo dimenticare il Pino (Pinus), un simbolo di forza e resistenza. Anche se settembre non porta cambiamenti cromatici in lui, questo è il momento ideale per ammirarne la sua maestosità e la sua capacità di sopravvivere in condizioni avverse. Testimone costante dell’evolversi delle stagioni.

Ascolta su SoundCloud

di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
Invia su WhatsApp