Una pianta antichissima che protegge il futuro
La paura è che – dopo la pandemia – l’inquinamento torni a salire. Perciò ti proponiamo di riprendere subito il discorso, iniziato settimane fa, sulle piante più efficaci a contrastare il cambiamento climatico. E ti suggeriamo le doti anti climate change del Ginkgo biloba.
Probabilmente salvata dall’estinzione grazie alla coltivazione da parte dell’uomo, il Ginkgo è un’antichissima caducifoglie orientale, dal portamento eretto e slanciato, capace di vivere pure mille anni!
A guardar bene, non si presenta sempre uguale: l’esemplare maschile è caratterizzato da chioma piramidale; mentre quello femminile ha fronda allargata.
Normalmente – comunque – tutti gli alberi di Ginkgo raggiungono i 20 m circa.
Altri segni particolari? La corteccia grigio-rossastra è profondamente incisa e sui rami corti si inseriscono ciuffi di foglie a ventaglio, dotate di lunghi piccioli e divise in due lobi da un profondo solco. Il loro verde chiarissimo in autunno è poi destinato a trasformarsi in oro: un fantastico effetto decorativo, importante per donare bellezza al giardino.
Ma il Ginkgo – grazie all’auto-produzione d’una particolare sostanza chimica protettiva – è anche resistente a parassiti e malattie. Molto adattivo, non necessita d’innaffiature aggiuntive né di concimazioni speciali. E richiede potature solo di risanamento.
Dulcis in fundo, i dati sull’attività di contrasto a inquinanti gassosi e polveri. E le 2,8 t di CO2 che sa catturare in 20 anni (!). Insomma, performance al top.
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