Uno ’spaccasassi’ anti climate change
Eccolo qua: lo chiamano bogolaro (o spaccasassi), ma il suo nome scientifico è Celtis australis. Ne vorresti sapere di più?
Beh, anzitutto, diciamo che in questo momento ti potrebbe interessare il suo apporto positivo al livello ambientale: come albero anti climate change. Ebbene capiti sotto l’ombra giusta, perché anche questa pianta – molto longeva e presente dall’Asia all’Europa, ma anche in Africa – è una grande combattente, particolarmente utile all’assorbimento del diossido di carbonio (3,660 kg in 20 anni).
Guarda, poi, che portamento diritto e che maestosità (può raggiungere anche 25 metri di altezza!). A noi piace perché i fitti rami si compongono armonicamente in una chioma folta, ma a suo modo ordinata in una forma tondeggiante. Sotto, la corteccia è grigia e liscia: fa anche lei un effetto elegante e accurato; solo negli esemplari molto vecchi è segnata da qualche impronta nerastra.
Una presenza adatta a un grande parco, dunque, dove magari perdersi in passeggiate e riflessioni. Mentre più su le foglie ovali, lanceolate e seghettate, scoprono al vento la pagina superiore verde scuro oppure quella inferiore, più chiara e pubescente.
D’altronde, adesso è primavera e l’albero produce le sue infiorescenze (ascellari biancastre). Più in là esse produrranno drupe verdi, tondeggianti e commestibili, quasi nere a maturazione.
Oltre al Bogolaro fanno parte del genere Celtis 15-20 piante (C. occidentalis, C. laevigata, C. aetnensis). Prima o poi ti parleremo pure di loro.
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