Viale San Francesco: solo pace

Parlare de La Trinità è un po’ come parlare di noi. Noi prima di noi. Noi adesso, con te e con tutti gli altri nostri amici&clienti. Noi domani: nel futuro di figli, nipoti… Generazione dopo generazione, sotto gli alberi del nostro grande giardino di campagna.
Allora ci viene in mente – magari quando facciamo una festa e alziamo forse un pochino anche il gomito – che questi viali, queste strade sterrate, questi luoghi sono stati in effetti ‘battezzati’. Come ogni bambino, quando hanno cominciato a presentarsi alla vita de La Trinità con più chiarezza, hanno spesso ricevuto un nome. In particolare Papà/Nonno Pier Luigi è stato un maestro nel battezzare le piante e i percorsi.
Alcuni di questi nomi sono strettamente legati alla famiglia. Prendiamo viale Amabile: l’eco della storia di una donna che appartiene al nostro albero genealogico è qui chiaro. E così via, in diversi altri casi.
Poi, però, ci sono posti in cui il respiro della toponomastica familiare (verrebbe da dire del ‘lessico’, in effetti…) si fa più largo. Tra questi, quello forse più grande e suggestivo è viale San Francesco. Cosa c’è, infatti, di più semplice e al tempo stesso immenso del modello rappresentato dal Poverello d’Assisi?
Due filari di Pini e una lunga storia

Viale San Francesco è un cammino tra due filari di altissimi Pini. Corrono un po’ in salita e poi si ricongiungono a Il Circolo (di cui abbiamo già parlato). Dall’altro lato – specularmente – guardano a La Galilea, che sai bene quanto sia cara a noi tutti.
Il viale è stato scenario – come altri spicchi de La Trinità – di giochi, incontri, processioni, esibizioni di bande musicali. E tanti momenti di silenzio, di riflessione. Mentre sempre, intorno, si svolge la vita agricola del fondo.

Il tempo che passa, la natura che resta
I nostri Pinus pinea del viale San Francesco hanno avuto i loro anni di massimo splendore. Ora richiedono più cure: a volte si curvano, s’invecchiano. Ma – a parte qualche caso in cui purtroppo il maltempo o le malattie hanno avuto la meglio – restano lì. A incantarci. A condurci nelle passeggiate.
Pace, sosta, sguardo
Troppe parole? Forse sì. Perché in viale San Francesco ciò che conta è guardare. Poi camminare. Poi sostare. Magari aprire una pigna e sbucciare un pinolo. E di nuovo guardare: il verde, il blu del cielo.
Che pace che c’è, qui.