Un gioco non solo aristocratico, ma anche divertente
Negli ultimi anni la passione e il know-how di Linea Verde Nicolini hanno incontrato i campi da gioco di polo. Così il nostro nome è stato legato al Polo Club Saint Tropez, giudicato dai giocatori uno dei migliori campi in Europa per qualità del tappeto erboso. Poi, nel 2007, siamo approdati nel bel paesaggio del Villa a Sesta Polo Club (AR).
Del resto, se ti accosti al polo non puoi fare a meno di farti irretire (!).
Ora tralasciando i dettagli del gioco (2 squadre composte da 4 giocatori, in sella ai loro cavalli con mazze costruite per mandare in porta avversaria la palla) il polo ha dei punti in comune col calcio: compresi i tempi supplementari, spesso da cardiopalma. Ma la sua tradizione è assai più aristocratica e il campo da gioco più grande (ben 275×180 m).
In Italia il polo è approdato solo nel 1924, quando sull’isola di Brioni (oggi Croazia) fu appunto fondato il primo circolo italiano.
Il problema da affrontare subito è quello del sottofondo, realizzato in sabbia di fiume lavata per garantire massima velocità ed elasticità nelle corse. Poi si passa all’impostazione d’un buon impianto di drenaggio, per far fronte invece alle bizzarrie del clima/piovosità. Quindi, il tappeto erboso. Un prato che deve garantire una certa compattezza, in modo da sopportare meglio le sollecitazioni degli zoccoli, durante il galoppo e nei repentini cambiamenti di velocità/direzione. Ma il manto erboso deve pure distinguersi per scarsa scivolosità: per l’incolumità sia dei cavalli che dei cavalieri. Super!