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Una questione di responsabilità, cura, orgoglio di vecchi (e nuovi) giardinieri

Ci sono tanti aneddoti che circolano, dai tempi dei tempi, nella nostra storia collettiva: come famiglia, come azienda, come piccola comunità. Uno dei più simpatici riguarda un operaio che stava, tutto sudato e ricurvo, dentro una buca che di lì a poco avrebbe dovuto ospitare la zolla incassettata di un grande albero: uno di quelli, monumentali, che l’allora Azienda Agricola Nicolini portava a Roma, partendo da Capranica con l’Unimog o addirittura col vagone appositamente attrezzato d’un treno. Viaggi verdi e mitici, lungo la Tuscia e verso la capitale, dal cosiddetto Vivaio Gigante.

Dunque, l’operaio in questione stava chinato giù a lavorare sodo. Da sopra si affacciò, forse con un grande cappello in testa (chissà!?), un signore distinto. E gli disse: “Scusi, lei sarebbe il giardiniere?”. Il lavoratore, guardando un po’ di spiego e insù, rispose: “ERO!”.

Questa storiella simpatica – che noi di casa e d’azienda abbiamo sentito raccontare mille volte e in tante occasioni diverse, da Natale alle serate d’estate – testimonia senz’altro il lavoro duro che c’è dietro alcune (se non tutte) le operazioni di arboricoltura. Allora come oggi, possiamo dire. Perché, nonostante l’indubbio progredire del tempi e degli strumenti a disposizione, tanto sudore nel lavorare la terra e i giardini resta.

Tuttavia, tra le righe dell’aneddoto, c’è anche ironia e quel fantastico guizzo di saggezza, per cui il giardiniere nel profondo sa bene che il suo lavoro è nobile: può diventare molto stancante e può portarti persino a dover scavare come una talpa, come un minatore, sotto il livello della strada dove camminano beati tanti altri. Ma poi… Fare giardini resta importante, dignitoso, dotato di un’architettura del pensiero e di una maestria delle mani che non scambieresti con quella di tante altre attività umane, magari più comode e sedentarie (!).

Di stagione in stagione, fierezza e amore per la natura

Infatti: è così. Poi arriva l’albero. Poi si impiantano robuste le radici. Poi spuntano piacevolissime foglie. Poi germogliano i fiori. Poi tutti – anche il signore dal presunto cappello a falde larghe – si devono inchinare davanti alla natura e un po’ anche davanti a te: il giardiniere. Perché nella crudezza e nella manualità del tuo lavoro c’è un nocciolo di gentilezza, e soprattutto di attenzione per la vita che ti circonda. Nel tuo lavoro, come in ogni cosa che riguarda il verde, c’è progettualità: concreta e ideale. Oggi più che mai necessaria al mondo.

Per questi motivi di fierezza e di senso di responsabilità, in questi ultimi tempi – insieme a tutti i nostri nuovi collaboratori, che molto spesso sono laureati e specializzati – stiamo tornando a dire con voce più forte: “Sì, sono io il giardiniere!”. E dicendo così sappiamo bene che non possiamo neanche tirarci indietro di fronte a un confronto serio (eppure allargato) riguardo all’ambiente e alle sue criticità.

Sono queste, di fondo, le ragioni che ci hanno portato a ‘inventare’ un pomeriggio come ALBERI in festa.

  • Sarà una festa, appunto (musica, passeggiata tra i viali dell’antico Vivaio Gigante, qualche spesa nello shop, domande e risposte, idee e conversazioni, amicizia…).
  • Però – soprattutto – sarà un momento dedicato all’educazione alla cura delle piante, con grande attenzione a quel che ci danno, ma anche a quel che dobbiamo saper garantire e restituire loro.

Cos’è ALBERI in festa per Agnese, Alessandro, Letizia, Michela, Rosa? E per i nostri amici? E per i nostri collaboratori? E per te? Partecipa con noi: l’8 ottobre 2022, a La Trintià.

Henry David Thoreau

Ecco un altro protagonista del pomeriggio dell’8 ottobre p.v. È il filosofo, scrittore e poeta statunitense Henry David Thoreau, che  fungerà da guest star dell’evento. Ci porterà così in un mondo solo in apparenza lontano (è dal punto di vista temporale lo stesso del ‘Vivaio Gigante’ piantato dai nostri avi), ma in realtà molto vicino al nostro sentire di oggi: guidato da pensieri ecologisti e profonde riflessioni sul rapporto tra la città e i boschi, la natura e l’uomo.

Qui Thoreau è stato ritratto per noi da Letizia Nicolini. Uno sguardo e un cipiglio che ritroverai spesso durante il nostro pomeriggio insieme…

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di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
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