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L’IMPORTANZA DELLA SCELTA DEL LUOGO NELLA MESSA A DIMORA

Come puoi ben immaginare, avendo già preso in esame quando piantare un albero, il passo successivo parte sempre dalla valutazione del suolo che ospiterà la nuova pianta. Necessita di essere arricchito con materia organica? E come? E quanto? E può valer la pena di coprirlo per evitarne il compattamento? Cosa dobbiamo fare se vogliamo collocare il giovane albero in un’area piuttosto affollata? E via di seguito con gli interrogativi…

Il nostro arboricoltore saprà di sicuro indicarti le coordinate migliori del percorso da intraprendere con te e i tuoi nuovi alberi. A quattr’occhi saprete fare le scelte più azzeccate per la situazione specifica.

Vale forse la pena, tuttavia, parlarne un po’ in anticipo anche qui. Per arrivare all’obiettivo tutti più consapevoli e ‘sincronizzati’. Determinati, soprattutto, a fare il bene della pianta e dell’ambiente che si prepara a ospitarla…

L’obiettivo principe, appunto. Qual è? Lo scopo principale del trapianto resta – sia per gli alberi in zolla che per quelli in contenitore o a radice nuda – una rigenerazione più rapida possibile del sistema radicale. Quest’ultimo, del resto, è molto facile che venga danneggiato – anche solo parzialmente – durante il trasporto o l’impianto stesso.

Registrare prontamente un’offesa alle radici della pianta e cercare di mettervi subito rimedio è importante. Significa avere la cognizione di causa che l’approvvigionamento dei sali minerali e dell’acqua sarà più basso. Con conseguente deperimento dell’albero, in tempi più o meno veloci. Significa prendere insomma atto che c’è un problema da risolvere, per il bene dell’albero e della salute del giardino che lo sta accogliendo.

Certo, questi problemi (abbastanza diffusi) che si generano durante il trasporto dai vivai vanno il più possibile evitati. L’attenzione all’incolumità della pianta non è mai troppa.

Sarà cura dei nostri tecnici e collaboratori, allora, far sì che i rami e la corteccia non vengano scalfiti. In contemporanea, le zolle saranno tenute morbide: essiccazioni e frantumazioni, scosse e carichi eccessivi… Sono tutti eventi da cui dobbiamo tutelare gli alberelli ‘in libera uscita’ verso nuovi lidi verdi&belli.

I nostri giardinieri, del resto, sono stati ben istruiti. Sanno che le piante devono essere scaricate afferrando la zolla e non il tronco oppure il contenitore. Il rischio, agendo diversamente, è di far loro piuttosto male…

Poi c’è il fattore tempo. Quanto ci metteremo a prelevare l’alberello, portarlo fino a casa tua (o nei viali della tua città)? Quanto dovrà aspettare prima di essere messo a dimora e curato con tutte le attenzioni del caso nella sua nuova casa?

Ecco questo periodo deve essere comunque il più breve possibile. L’essiccamento, capirai, è sempre dietro l’angolo. Facendo il solito paragone con un organo in viaggio per un trapianto in un nuovo essere vivente, ogni secondo è oro colato per la buona riuscita dell’operazione.

Nemici particolari dell’alberello in via di piantumazione sono il vento, il sole, il freddo. Le radici, difatti, li temono molto. E tutti questi agenti atmosferici potrebbero comprometterne l’efficienza, nuocendo in modo definitivo all’auspicata ripresa vegetativa e alla crescita della pianta appena arrivata in sede.

Perciò è buona regola non mettere le piante a dimora in giornate ventose o molto fredde. Sai, in questi casi potresti osservare percentuali di attecchimento molto basse e distaccamenti nella parte della chioma. Anche a distanza di mesi.

A tal proposito – come spesso avviene – non bisogna inoltre dimenticare che si devono rispettare degli accorgimenti distinti per alberi diversi. Per esempio…

  • Le piante in contenitore vanno innaffiate e sistemate al riparo dal sole: a loro bastano quattro ore con 40° C nel substrato per veder morire le proprie radici. Sigh, sarebbe un gran dispiacere!
  • Le piante in zolla, invece, possono anche aspettare un certo periodo prima di essere piantate; ma durante questo intervallo vanno conservate rigorosamente all’ombra, con il pane di terra ben inumidito e coperto di segatura o terra. Piccoli accorgimenti di cura…
  • Gli alberi di dimensione forestale, infine, vanno messi in un solco, detto tagliola, che va realizzato su terreno pianeggiante e ben drenato. Qui si pongono le piante, dopo aver ricoperto le radici – a stretto contatto le une con le altre – con un mix di terra e sabbia umide.

Ma, appunto, concentriamoci sulle caratteristiche generali della buca. Come deve essere fatta per risultare ospitale al massimo?

Ogni buca – in terreni naturali di buona qualità e medio impasto – va realizzata quando il terreno è asciutto. Terra bagnata (o peggio infradiciata) genererebbe infatti costipamenti, con conseguenti interventi di decompattamento. Vade retro, diciamo, buca gelata o bagnaticcia…

Altro problema, a proposito di buca, è quello dei materiali riportati, che potrebbero essere non adatti (o addirittura inquinati). Attenzione massima a questo pericolo!

N.B. La posa di terreno vegetale miscelato a sabbia silicea in questi casi può essere una buona soluzione.

Non basta, infine, parlare in genere di buca. Bisogna anche capire quanto larga e quanto profonda deve essere questa cavità.

Una buona buca deve essere moooltooo più grande della zolla: diciamo tre volte tanto (!). Perché? Perché le radici cresceranno, nei primi anni dell’impianto, a un ritmo vertiginoso (fino a 5 cm a settimana!). E facendo questo il loro andamento sarà soprattutto laterale. Quindi, bisogna giustamente lasciar loro molto ‘spazio morbido’ intorno.

E allora attenzione anche a due altri grandi rischi:

  1. le pareti della buca non possono presentarsi lisce e compatte, ma devono appunto lasciar penetrare le radici, quindi essere lavorate e smosse bene (precauzione da prendere in particolare se si lavora con pala meccanica e/o trivella);
  2. inoltre una buca troppo profonda può risultare mortale per la pianta appena trapiantata. Effetto assicurato, purtroppo.

Per evitare quest’ultimo grosso errore di valutazione nella messa a dimora di nuovi alberi, si può prendere a modello una prassi collaudata per cui il colletto della pianta deve trovarsi al livello del suolo o solo leggermente più in alto (per controllare la giustezza di questa altezza si può usare un bastone o un’assicella, tendo in considerazione l’abbassamento naturale che ci sarà in seguito all’assestamento del terreno).

N.B. In vivaio, invece, la pianta dovrà restare alzata di una porzione tra 2 e 10 cm, in base alla dimensione e al tipo di terreno.

Una terra che richiede particolare attenzione è quella argillosa. In questo caso, infatti, le radici devono restare più affioranti, avendo cura di rincalzarle con terriccio organico e pacciamatura fatta con rami e corteccia.

Mai sottovalutare, infine, la necessità di un buon impianto d’irrigazione. Però questo fa già parte di altre valutazioni, su cui andremo a ragionare insieme attraverso un prossimo nuovo articolo dedicato ancora più in particolare a come piantare un albero. Seguici, all’ombra di piante sempre più rigogliose.

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
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