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Dalle premesse ai sistemi di controllo

Linea Verde Nicolini opera da decenni nel settore del verde, sia pubblico che privato. E negli ultimi anni si è ancor più specializzata nel settore degli alberi ornamentali e in particolare nell’arboricoltura.

Così, ad oggi l’azienda può vantare la realizzazione di numerosi monitoraggi dello stato fitosanitario e fitostatico di patrimoni arborei molto vasti (per esempio: 4.100 alberi dell’Olgiata Golf Club!), ma anche di singoli alberi in giardini privati.

Questa la base di partenza dell’articolo tecnico-scientifico che pubblichiamo oggi. Articolo che ti aiuterà a conoscere più approfonditamente il problema rappresentato – purtroppo anche in Italia – dalla Toumeyella parvicornis. E le conseguenti azioni di controllo più all’avanguardia, senz’altro possibili col nostro aiuto.

Premessa

La specie Toumeyella parvicornis, nota anche come Cocciniglia tartaruga del Pino, è un insetto parassita di recente apparizione sul nostro territorio, segnalato in Italia per la prima volta nel 2014.

L’areale d’origine di questa specie aliena è esteso dal Canada meridionale al Messico settentrionale; negli USA è presente in ben 28 Stati (Garcia Morales et al, 2020). Prima del suo ritrovamento in Italia la specie era stata introdotta accidentalmente nell’area caraibica, a Puerto Rico, e nelle isole Turks e Caicos, dove ha portato all’estinzione quasi completa del Pino autoctono Pinus caribaea var. bahamensis (Malumphy et al, 2012).

Nel Nord America è considerata una specie poco o per niente dannosa in ambiente forestale, mentre sono noti attacchi in vivaio e in piantagioni commerciali di Pino silvestre (Clarke, 2013) .

A fine anno 2014 la T. parvicornis è stata accertata per la prima volta anche in Europa, in particolare in Campania (Italia) su Pinus pinea, nell’area urbana di Napoli (Garonna et al, 2015).

Allo stato attuale, come noto, la Cocciniglia tartaruga è presente nelle regioni Campania e Lazio. Recenti segnalazioni sono però avvenute anche in Abruzzo, Puglia e Francia.

In Italia il Pino domestico è risultato estremamente suscettibile agli attacchi di Cocciniglia tartaruga, tanto da esserne diventato il principale fattore di deperimento.

Le imponenti infestazioni registrate in ambiente naturale e in quello urbano napoletano hanno portato al declino e alla morte di numerosi esemplari di Pino domestico, a causa della continua sottrazione di linfa e riduzione della capacità fotosintetica degli alberi, dovute all’abbondante filloptosi, alla produzione di melata e successiva formazione di fumaggine con annerimento di gran parte della vegetazione.

Come danno accessorio, le melate e le fumaggini vanno a imbrattare superfici sottostanti, automobili e manufatti, creando forte disagio ai residenti e ai fruitori del verde urbano. Inoltre, i Pini morti costringono a interventi ulteriori di messa in sicurezza delle aree interessate attraverso la loro rimozione.

Metodi di controllo

Ad oggi ci sono diverse strategie d’intervento in grado di contrastare lo sviluppo dell’insetto.

Innanzitutto, sono da evitare (quando possibile) potature di rami e branche fotosintetizzanti in modo da non recare ulteriori stress alla pianta; al contrario, la rimonda del secco può sfavorire lo sviluppo del patogeno.

Nel caso di alberi con stato molto avanzato della patologia e capacità fotosintetizzante ridotta si può intervenire con bioattivazione della zolla radicale tramite prodotti che migliorano la capacità delle piante di utilizzare l’acqua e i nutrienti del suolo, aumentano la tolleranza agli stress biotici e abiotici e favoriscono la traslocazione di eventuali prodotti fitosanitari.

La distribuzione di questi prodotti avviene con l’utilizzo di palo iniettore, per l’introduzione a pressione della soluzione con i prodotti direttamente nel terreno.

Gli interventi che possono contrastare direttamente lo sviluppo dell’insetto sono:

  • lavaggi della chioma;
  • trattamenti fitosanitari endoterapici;
  • controllo biologico tramite l’utilizzo di insetti antagonisti.

Mentre il primo intervento può rallentare lo sviluppo soltanto momentaneamente, poiché la presenza massiva dell’insetto rende insufficiente il controllo biologico, l’endoterapia ha dimostrato un potere abbattente della popolazione del patogeno più efficace e prolungato (da dati preliminari sulle sperimentazioni di CREA, EUR S.p.A, Città del Vaticano). 

I tentativi di controllo biologico vengono fatti tramite il rilascio di Cryptolaemus montrouzieri e Exochomus quadripustulatus. Queste due coccinelle sono al momento i migliori candidati ‘disponibili’  per il controllo biologico di Toumeyella, in quanto predatori indigeni di cocciniglie già presenti nel territorio e pertanto allevabili e rilasciabili nell’ambiente.

Ad oggi si può dire per certo che Exochomus è in grado di cibarsi e di riprodursi a carico della Cocciniglia tartaruga e questo è già un elemento concreto su cui basarsi. Mentre Cryptolaemus è stato più volte ritrovato spontaneamente presente nelle pinete colpite, indice del fatto che comunque è a sua volta in grado di vivere a carico della Cocciniglia.

Il periodo migliore di immissione delle coccinelle è da aprile a giugno. In tal modo, si parte precocemente con l’insediamento di una popolazione di coccinelle che hanno il tempo di riprodursi e svolgere nel corso dell’estate generazioni figlie, che aumentano in modo importante la presenza numerica degli ‘utili’ nell’ambiente di introduzione.

Concludendo, di fatto, l’unico metodo di controllo sicuramente efficace e possibile è il trattamento con iniezioni endoxilematiche di insetticidi a base di Abamectina. Di questo metodo, che va messo in pratica in particolare tra fine inverno e inizio primavera, torneremo a parlare nello specifico molto presto nel nostro blog. Leggi il prossimo articolo.

Articolo di Leone Davide Mancini |agr. dott. |PhD arboricoltore

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

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