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Quei giorni in cui Nanni Moretti girò a La Trinità…

Cominciamo da un gioco (o quasi). Parecchi anni fa – per l’esattezza nel 1974 Nanni Moretti venne a La Trinità, se ne innamorò e… Ciak! Fece un mediometraggio girato in super 8, proprio dentro e attorno all’antico casale. Protagonisti non secondari, dunque, anche i nostri alberi.

Si tratta di una parodia de I promessi sposi, che – se vuoi – puoi cercare anche nelle Teche RAI. E il titolo è Come parli frate? Lui, Nanni Moretti, vi recita la parte di un Don Rodrigo: spiritosamente ‘riveduto e corretto’. In 52 minuti la commedia rovescia stereotipi e fa sorridere, partendo dal passo del VI capitolo del romanzo, dove uno sprezzante Don Rodrigo apostrofa appunto Fra Cristoforo.

Di sicuro ricordano bene quelle riprese tutti gli interpreti del film liberamente ispirato a Manzoni. Anzi, siamo certi che Lucia (Lorenza Codignola), Fra Cristoforo (Vincenzo Vitobello), Renzo (Giorgio Viterbo), Agnese (Fulvia Fazio), il Conte Zio (Beniamino Placido), il Padre Provinciale (Corrado Sannucci), il nobile (Fabio Traversa), i Bravi (Luciano Agati, Fabio Sposini e Igor Skofic), Don Abbondio (Pietro Veronese)… Siamo certi che tutti loro serbano nella memoria dei momenti indimenticabili e dei chiari ‘fermo immagine’ del nostro giardino di campagna. Sarebbe bello, in effetti, riportarli tutti a La Trinità…

Magari prossimamente ci aiuterà ad attuare questo piano di amarcord Stefano Lariccia, che pure nel film di Moretti recita nel ruolo del Griso. Chissà… Pensiamo che se ne possa riparlare presto, proprio con lui. Qui sul blog e non solo (!).

Intanto… Intanto è quasi Natale, cioè appunto (anche) tempo di cinema. E con queste premesse ci pare di dire bene se osserviamo che non può essere soltanto tempo di cine-panettoni. Al contrario possiamo immaginare con te di ritagliare in questi giorni delle ore per guardare qualche cult-movie: sul divano, pop-corn o meglio ancora noccioline dolci in mano. Buona idea, no?

Così, tra nuove e vecchie serie, proviamo a fare un nuovo gioco? Possiamo trovare storie di alberi e tra gli alberi. Un gioco per celebrare il paesaggio ricordando anche quel primo ciak avvenuto a La Trinità. In attesa – perché no?! – di accogliere tra i nostri alberi altri registi, attori, comparse, persone appassionate di verde e di racconti 🎬

‘Si gira’, allora. Cominciamo una piccola carrellata di film che parlano di alberi. Rigorosamente dai più recenti ai più lontani nel tempo. Come salendo su una macchina del tempo.

2022 - I sogni abitano gli alberi - regia di Marco Della Fonte

La pellicola racconta la storia di una presunta malata mentale: Anja, la quale – dopo aver trascorso gli ultimi cinque anni della sua vita in un ospedale psichiatrico – fa ritorno a casa del fratello Ettore e di sua cognata Lisa. I due vivono in un paesino dell’Appenino toscano. Qui l’inserimento per la ragazza è duro: tutti la etichettano, tranne Libero che non ha pregiudizi e che finisce per innamorarsene. Giudicati folli da tutti, i due amanti si nasconderanno alla fine tra gli alberi del bosco…

2014 - Alberi che camminano - regia di Erri de Luca

Questo film-documentario ci è piaciuto tantissimo: anche gli alberi del Vivaio Gigante dei nostri avi, del resto, erano un po’ alberi in cammino. Che ne pensi? Comunque, il racconto di Erri De Luca osserva e ricorda i viaggi di un albero. Sì, insomma, si parla di seconde vite delle piante: alberi diventati navi oppure strumenti musicali, croci sulle vette delle montagne o sculture. Tra le storie raccontate, quella di Mauro Corona che ti porta a spasso tra gli alberi cresciuti sulla frana del Vajont. Presentato in anteprima mondiale durante la 55esima Edizione Festival dei Popoli di Firenze.

N.B. A proposito di Vajont anche noi avremmo da raccontarne una, che riguarda una famosa Sequoia sopravvissuta alla tragedia. Portata lì da un altro nostro antenato, te ne racconteremo magari le ‘gesta’ in un prossimo articolo… Tu continua a leggerci (!).

2013 - Alberi - regia di Michelangelo Frammartino

Qualcuno ha definito questo film una cine-istallazione. Il regista vi gioca dentro usando il concetto di tempo per dare vita a un ciclo infinito. Possiamo definirlo un percorso alla scoperta dei culti più antichi, quando i romiti si ricoprivano di edera fino a diventare irriconoscibili: fino a divenire uomini-albero. Un cammino tra Pungitopo e Ginestre, alla ricerca di carità e verità nascoste. Molto interessante per chi ama la profondità delle cose.

2012 - Il segreto degli alberi - regia di Alessandro Toffanelli

Il panorama è quello del Parco Migliarino San Rossore. E dunque vi trovi Pini, Querce, Lecci, Eucalipti. Accanto a loro, c’è Giovanni che ha appena ereditato una baracca nel cuore di quel polmone verde. In realtà, per lui non è propriamente ‘una passeggiata’ stare in quel luogo: lì infatti, molti anni prima, si è tolto la vita il padre. In qualche modo però Giovanni vuole riconciliarsi con la memoria e quindi con lo stesso bosco, così pieno di mistero, di storie che riemergono dal passato.

2011 - The Tree Of Life - regia di Terrence Malick

Sono gli anni Cinquanta e siamo negli Stati Uniti. Inizialmente il film sembra raccontare la storia di una famiglia del ceto medio: un padre dispotico, una madre che fa da eterna mediatrice e i tre figli. Ma non ci sono solo gli O’Brien a tessere la trama. C’è anche una gigantesca Quercia, che dal giardino osserva e racchiude il senso del tempo. Un tempo che va ben oltre quello dei protagonisti umani…

2002 - Harry Potter e la camera dei segreti - regia di Chris Joseph Columbus

Anche J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, ha lasciato entrare molta natura nella sua opera fantasy. Ci sono così mostri e creature inverosimili, ma anche alberi. In particolare, non ti sarai mica dimentica/o del Platano picchiatore! Altre piante ad alto fusto nominate dalla Rowling e immortalate dal regista Columbus sono d’altronde placide e bonarie. Forse non hanno covato in sé tanta rabbia e risentimento come il vecchio Platano piazzato nel cortile di Hogwarts (?).

2002 - Il Signore degli Anelli: Le due torri - regia di Peter Jackson (2002)

Barbarlbero – un albero antropomorfizzatdo e detto anche il Pastore degli alberi – compare nel secondo capitolo della trilogia di John Ronald Reuel Tolkien. Spicca così tra hobbit ed elfi, orchi e draghi. Ed ha un ruolo decisivo nella sconfitta di Saruman. Ovviamente anche nel film.

1995 - Pocahontas - regia di Mike Gabriel e Eric Goldberg

Alberi partecipano alle avventure di Biancaneve e Cenerentola, del Re Leone e appunto di Pocahontas. Alberi sono per lo più sempre presenti e determinanti in tutte le storie della Disney. Così anche nel film basato sulla storia del personaggio di Pocahontas Rolfe trovi Nonna Salice: un albero animato, vecchio e nocchiuto e saggio. “Ascolta il tuo cuore”, consiglia sempre alla giovane nativa americana (realmente esistita nel Seicento). E lei perciò si affida volentieri alla sua verde saggezza.

N.B. Ti suggeriamo la lettura di un libro di David Whitley, professore dell’Università di Cambridge, che ha scritto appunto su The Idea of Nature in Disney Animation. Senz’altro dal 1937 agli anni Duemila alcune cose sono cambiate, quindi si è passati da una visione idilliaca degli scenari naturali a una presa di coscienza dell’aggressività e della brutalità dell’uomo nei confronti del mondo animale e vegetale. Va dunque dato il merito alla Disney – secondo Whitley – di aver addirittura ispirato i primi movimenti ambientalisti degli anni ’60 e ’70. Poi si è ancora passati a un rapporto più profondo e simbiotico col creato (Il Libro della Giungla, Alla ricerca di Nemo, etc). Per questo il professore americano sostiene che i cartoni della Disney possono essere considerati un punto fermo nell’educazione ambientale dei ragazzi. Peccato, aggiungiamo noi e altre voci un po’ critiche, che la Disney si sia curata poco della deforestazione a causa della costruzione dei suoi giganteschi parchi dei divertimenti. Ma questa è – in qualche modo – un’altra storia…

1993 - Il segreto del Bosco vecchio - regia di Ermanno Olmi

Anche questo film deriva da una lettura delicata ed ecologica: il racconto animista del grande Dino Buzzati che porta lo stesso titolo. La storia trova in Olmi un narratore per immagini eccezionale, che sa dare voce a tutti i personaggi della favola: agli animali, alle ombre, persino ai venti. Il colonnello Sebastiano Procolo ha ereditato dallo zio parte delle sue tenute, appunto il Bosco vecchio. Ma egli non si accontenta: vorrebbe impossessarsi anche dell’altra parte della proprietà, andata invece al giovane nipote Sebastiano. Il colonnello farebbe di tutto per diventare padrone dell’intera zona e per ‘mettere a frutto’ ogni ettaro, abbattendo tutti gli alberi di cui in effetti non vede il valore. Ma il Bosco intuisce il pericolo. Così custodi degli alberi e geni magici entrano in gioco, trasformandosi in animali o addirittura in uomini. Un’azione di difesa fantastica (!).

1988 - Gorilla nella nebbia - regia di Michael Apted

Le prime protagoniste di questo importante film sono le foreste del Ruanda. Lì si muovono i gorilla di montagna del Volcanoes National Park e la zoologa Dian Fossey, che dagli USA è partita proprio per studiarli. Una storia vera di una donna temeraria e appassionata, che dedicò 18 anni della sua via a lottare i bracconieri e a proteggere questi animali incredibili. Fino alla sua misteriosa morte nel 1985. Se non l’hai visto, corri a cercarlo.

1987 - L’uomo che piantava gli alberi - regia di Frédéric Back

Hai letto l’omonimo libro di Jean Giono? Beh, direi che se ami le storie a lieto fine e gli alberi non puoi fare a meno di cercarlo (e poi lo terrai sempre vicino sul tuo comodino). Questo cortometraggio d’animazione – del resto – s’ispira in modo molto aderente e poetico all’opera del noto scrittore francese. Si tratta di una storia di speranza, dove i primi protagonisti – ghiande di Quercia, Faggi, Betulle e Salici – riescono a cancellare un’epoca di guerre e di distruzioni, d’ignoranza e di aridità. Grazie, certo, all’opera silenziosa e costante di un uomo solitario e dignitoso: il pastore Elzéard Bouffier.

N.B. La voce narrante è di Toni Servillo e i disegni sembrano perdersi e ritrovarsi nel vento, come le ombre e le rocce durante il commino della storia. Molto bello e rintracciabile anche su YouTube (!).

Tirando le somme

In realtà, facendo un’indagine sul tema degli alberi nel cinema, di titoli ne sono saltati fuori molti altri. Persino i Guardiani della Galassia, sono saltati su. Pensa un po’ tu (!).

Del resto, dovremmo forse citare anche il ciocco di legno da cui Geppetto ricava Pinocchio. E poi ci sarebbe l’albero cavo ne Il labirinto del fauno (2006). Oppure – volendo avere qualche piccolo brivido – si può pensare agli alberi posseduti de La casa (1981) ovvero all’albero demoniaco di Poltergeist (1982). E che dire degli alberi di mele de Il mago di Oz?

Sì, grande salto indietro fino al 1939. Ma siamo certi che non è tutto qui e che anche nel prossimo futuro (e forse pure più in là!) la creatività dei registi penserà al verde. Ripenserà il verde, forse.

Così ti proponiamo, con molta fiducia nel potere della fantasia e della comunicazione, di tornare sull’argomento. Ci piacerebbe farlo, adesso che ne abbiamo parlato un po’ qui, anche ‘dal vero’. Proprio sotto la Quercia de La Trinità. Aspetta l’invito: arriverà.

Di stagione in stagione.

Line Verde Nicolini
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