Preparando una festa verde nel verde
Deve essere una sorpresa e quindi per ora non la sveliamo. Diciamo che si tratterà di un pomeriggio dedicato alla cura, qui da noi a La Trinità. E così – mentre ci confrontiamo su tecniche salvifiche per la natura, tra più di qualche apprensione per i futuro e l’abbraccio comunque rasserenante degli alberi – volentieri lasciamo spazio anche a letture più filosofiche. Forse dovremmo farlo anche più spesso, pensiamo. E dunque ci soffermiamo in particolare su quello che, alla fine, vorremmo far diventare il nostro mentore: non solo per l’organizzazione di questo evento, ma anche in molte altre occasioni. Henry David Thoreau era il suo nome e fu antesignano del pensiero ecologista. Ora, in particolare grazie ad Agnese che si è laureata con una tesi dedicata al suo pensiero, lo cominciamo dunque a ‘portare a passeggio’ nel verde de La Trinità (tra l’altro a lui coeva). Poi verrà il bello e ti diremo. Ti dirà, lui stesso, molto di più. Sugli alberi e la loro missione.
Muore nelle terre incontaminate degli Stati Uniti nel 1862, Henry David Thoreau. Pochi anni dopo – nel 1865 – nasce il Vivaio Gigante Nicolini: vengono piantati i primi Pini de La Trinità. Sarà una coincidenza? Sembra di no, a noi.
Così, col senno del poi risulta quasi spontaneo immaginarsi un filo rosso che via via si costruisce oltreoceano: l’azienda ci appare fin dai suoi albori un’inconsapevole portavoce delle idee del filosofo che tanto ci piace.
Già, perché la mission fondamentale della nostra realtà storica è stata quella di portare e curare ovunque il verde, soprattutto nelle città. Città che, guarda caso, anche Thoreau definiva sane solo se vicine alla natura e colorate dagli alberi. Che ne è dell’uomo, infatti, quando si prosciuga in lui la linfa vitale, viene strappato dalla sua dimora originaria? Diventa, avvisa il filosofo, una sorta di automa artificiale, mosso da una logica che ritrae la natura come una nemica, e non più come un’alleata. Una logica malsana, da aggirare riscoprendoci abitatori della natura, suoi parenti.
E proprio come uno ‘stretto congiunto’ della natura, Linea Verde Nicolini si è appunto occupata da sempre di curare gli alberi. Così, potremmo sintetizzare il pensiero e la vita di Thoreau con il titolo di una raccolta di citazioni tratte dal suo Diario: Ascoltare gli alberi (traduzione di Alba Bariffi). Il filosofo ha ascoltato gli alberi in quanto ha captato l’indissolubile legame di sangue che ci unisce a loro e le differenze di specie che in questa parentela s’innestano.
Thoreau si fa promotore, per dirlo con le parole di Luisella Battaglia (Professoressa di Filosofia Morale e Bioetica all’Università di Genova), di una nuova etica, un nuovo umanesimo: un umanesimo ecologico. Un umanesimo dove l’essere umano non sottomette la natura con fare antropocentrico, e altersì in cui non è completamente assorbito da essa, annullato e privato dei propri tratti caratteristici e della propria specificità (questo è, avverte la Battaglia, il rischio che invece si corre quando si parla di deep ecology).
Già nel 1800, insomma, l’invito a farsi carico della scelta di non dominare ma di curare la natura riecheggiava nelle zone nevralgiche del Pianeta.