Tutto quello che avreste voluto sapere su…
Parliamo ancora col superintendent Andrea Cappuccini e la sua squadra presso il Golf Nazionale di Nepi-Sutri, stavolta del taglio del prato.
“È la pratica colturale più importante applicata al tappeto erboso. Col taglio si dà al prato uniformità e densità, adattandolo agli scopi sia ornamentali che funzionali alle varie pratiche sportive. È un processo molto stressante per l’erba, perché asporta una porzione di tessuto vegetale, provocando una ferita a livello della lamina fogliare – sede della maggior parte dei processi fotosintetici – e alterando cosi il metabolismo della pianta stessa. La pratica può risultare letale se oltre alle porzioni di foglie si asporta anche la corona. Di norma però se il taglio viene fatto in modo appropriato la pianta reagisce positivamente, producendo il ricaccio di nuovi culmi e aumentando la tessitura del tappeto erboso. Come già precisato, col taglio si provoca una ferita sulla lamina fogliare, con fuoriuscita di essudati ricchi di sostanze proteiche e zuccherine, che possono favorire la penetrazione di elementi patogeni fungini. Perciò le operazioni di taglio devono essere condotte con attenzione e professionalità al fine di stressare il meno possibile il tappeto erboso”.
Per un taglio corretto bisogna tener presente tre fattori:
• altezza
• frequenza
• qualità.
Tre passaggi di cui potrai sapere di più nei prossimi post o chiamandoci.