Partendo dal progetto di Valadier, una vera esperienza di verde di pregio
Venendo agli ultimi tempi, tra le opere che ci hanno riempito di maggiore entusiasmo e soddisfazione c’è stato senz’altro il restauro del complesso monumentale del giardino dell’Hotel de Russie, nel cuore storico di Roma. Lavoro portato avanti anche dalla nostra azienda in nome di una stimolante riscoperta dell’opera del Valadier nella città eterna.
A tal proposito, ci fa anche molto piacere citare e linkare il bell’articolo di Natalia Fedeli uscito nel numero 457 – maggio 2022 di Gardenia. Corri a comprarlo in edicola o magari abbonati alla versione digitale: fiori, piante, orti e giardini… Ne vale sempre la pena, da 35 anni!
L’intervento – inscritto in un progetto del I Municipio Roma Centro – è partito nel 2017 e ci ha visto collaborare con un nutrito gruppo di professionisti molto qualificati. Dal prof. arch. Pietro Paolo Lateano alla prof.ssa arch. Sofia Varioli Piazza, al prof. arch. Alessandro Pergoli Campanelli. Senza certo dimenticare gli esperti della soc. Coop. Archicultura, dello Studio Associato Agrifolia e altri.
Gli interventi sulla vegetazione del giardino dell’Hotel de Russie sono stati – dunque – un’occasione di studio e di applicazione pratica eccezionale. Abbiamo così potuto partecipare a un attento recupero filologico del parco, con l’obiettivo condiviso di enfatizzarne il ruolo scenografico e paesaggistico, oltreché naturalmente il valore botanico.
Ci siamo perciò mossi non solo per preservare le stagioni presenti e future del giardino, ma – ovvio – abbiamo agito soprattutto per custodire la bellezza e la salute degli esemplari radicati nel passato più lontano di questa pregevole area verde.
Accanto alle piante monumentali, del resto, sono stati necessari nuovi impianti di specie erbacee, nonché di arbusti e alberi. ‘Novità’ che hanno però sempre tenuto conto di una dovuta azione di ri-valorizzazione dell’originale: per ri-trovare il senso del rapporto originario tra gli spazi, ri-creare le primitive connessioni tra le varie aree del complesso, ri-mettere nella giusta prospettiva i vari elementi. Eliminando o spostando o riducendo le successive interferenze.
Questo processo di ricerca ci ha portati, con l’aiuto degli architetti paesaggisti, all’inizio del XIX secolo: in un mondo fatto di stili floreali piuttosto diversi da quelli a noi più vicini, ma sempre carico di grande fascinazione e delicati equilibri.
La strategia adottata per le operazioni di giardinaggio ha rispecchiato le linee guida date dai paesaggisti, perciò grande attenzione è stata posta all’equilibrio tra le parti del giardino (l’area posta a destra e quella a sinistra dell’asse scenografico centrale). In un rincorrersi di terrazzi e percorsi d’acqua.
Ci siamo così resi conto che certe simmetrie originarie erano ormai impossibili da ricreare del tutto. Ma restava possibile – come poi è stato – sciogliere delle disarmonie e ridare comunque una unità al giardino.
Il lavoro – un vero gioco di equilibri e rimandi – si è così composto di varie fasi, tutte egualmente significative per il risultato finale. Tra queste, però, vale la pena forse mettere l’accento su quella relativa alla definizione dei fondali, tra Aranci e Palme..
Tutto questo complesso restauro, che potrebbe tenerci anche delle ore a parlare piacevolmente sia degli aspetti tecnici botanici che di quelli più architettonici, è in effetti ben illustrato e sintetizzato da alcune tavole, dalle quali è in definitiva immaginabile il lavoro preventivato e poi realizzato. Dagli spostamenti alle eliminazioni, dalle pose in opera allo status quo di alcune aree speciali.
Di stagione in stagione (in particolare in alcune zone predisposte proprio per le fioriture stagionali) lo spazio verde e monumentale dell’Hotel de Russie oggi a noi pare perfetto. Anzi, no. Imperfetto nella sua armonia travolgente. Come ogni giardino naturale è giusto che sia. Anche il più strutturato e pianificato e sapientemente costruito. Lascia passare in modo ineccepibile l’imprevedibilità della natura tra le sue trame…
Questo splendido giardino è così ben integrato alla città (pensiamo alle balaustre e ad altri elementi architettonici che incorniciano il tutto…) che lavorarci dentro ci ha fatto sentire la responsabilità e l’onore che sentono i veri restauratori. Così quando abbiamo pulito dagli eccessi dell’Edera molti suoi ambiti… Ci è parso di lasciar finalmente trapelare un dipinto più nitido. Da lasciare a bocca aperta per lo stupore e la freschezza dei suoi tratti distintivi.