Scatola riutilizzata in Linea Verde Nicolini per raccogliere materiali d'archivio destinati alla revisione del libro di Pier Luigi Nicolini.

Una storia verde e blu è rimasta per un po’ appoggiata al comodino, col segnalibro ben evidente dopo le prime pagine delle lunghe e calorose dediche: già per quello ci vuole – te lo avevamo anticipato – una buona disposizione di spirito e di comprensione dei legami, delle interconnessioni e della forza degli affetti. Ma sappiamo che tu, se sei qui a leggerci, queste skills ce l’hai.

Non è stato un errore, comunque, lasciare un attimo sedimentare il racconto. E ora siamo davvero pronti a riprendere la pubblicazione (almeno on-line) del libro. Anche se a questo punto, lo dobbiamo confessare, prima sarà giusto dirti di quell’evento inaspettato, che nel frattempo si è in effetti interposto (per fortuna in senso positivo!) tra noi e te, tra la regolarità della revisione delle bozze e il previsto step verso il prodotto finito.

Eventi inaspettati e registi di sorprese

Materiali d'archivio con raccoglitori e documenti per il libro "Una storia verde e blu"

Del resto, Papà/Nonno Pier Luigi era un bravo regista di sorprese. E così – durante il lavoro portato avanti quest’estate, tra un’incombenza e l’altra ben più di routine – ce ne ha con evidenza voluta preparare una utile e importante.

Infatti, mentre era stato già portato bello avanti il solito e non facile lavoro di decifrazione&riorganizzazione dei menabò sartoriali cuciti – come già sai – dallo stesso Pier Luigi e Mamma/Nonna Maria Elisa… Mentre insomma sudavamo un po’ nel ‘riportare in chiaro’ quei loro affascinati, ma anche complessi, impaginati… Insomma, sì, sul più bello dell’editing della prima parte del libro è comparsa un’altra versione della stessa: altrettanto dedicata a La Galilea, però – dobbiamo ammetterlo – anche piuttosto diversa. E, soprattutto, già digitalizzata. Dunque, che fare?!

Sì, è vero: da sempre qualcuno ci suggeriva che, in qualche memoria nascosta, dovesse esserci almeno un file, magari parziale, ma pur sempre fedele alla narrazione originale di Papà/Nonno Pier Luigi. Perché? Ma perché sapevamo che lui aveva in principio lavorato al libro in ufficio, dove tra l’altro poteva ogni tanto rubacchiare – complice un sorriso dei suoi – l’aiuto dei giovani collaboratori del tempo.

Eh, già: pian piano si era reso conto anche Pier Luigi che non fosse un bene da poco poter requisire le competenze informatiche di Fabio o Alessio, e quindi divertirsi (che cosa strabiliante!) a fare quasi da solo il lavoro del buon amico tipografo. In un modo forse tutto nuovo.

La copia di Fabio Ceccarini e il lavoro di cucitura

Revisione dei documenti storici per il libro di Pier Luigi Nicolini: analisi e selezione dei materiali

Perciò ancora ci siamo domandati – anche nell’ultimo solleone e benché già impegnati a dare forma condivisibile ai ‘vestiti su misura’ dell’ultima stesura lasciata da Pier Luigi – dove fossero andati a infilarsi i precedenti pezzi del puzzle. Di sicuro, se ne stavano un po’ nel dimenticatoio di tutti. A cominciare da quando lo stesso Papà/Nonno decise definitivamente di trasformare in redazione il tavolo della sala di casa, invadendo – seppur in modo gentile – le giornate di Maria Elisa e requisendone per sé tutte le grandi doti logiche&organizzative.

Dunque, grazie a Mamma/Nonna, tutto se ne sta in ogni caso ordinato in faldoni e numeri crescenti e didascalie puntualmente riportate… Ma tutto (AIUTOOO!) rigorosamente manoscritto (!).

Perciò la speranza di poter ritrovare ed nell’eventualità aggiungere perlomeno uno dei documenti nascosti nel fondo di qualche computer, ogni tanto, riaffiora. Un’aspettativa debole, ma che non cede del tutto. Tant’è che poi – quasi casualmente, a fine estate – accade che ne proviamo a riparlare con l’amico Fabio Ceccarini. E lui: scoop! “Aspetta che ci guardo…”, dice.

Ci guarda, appunto, Fabio. Accade così l’ultima sorpresa di Papà/Nonno Pier Luigi: esce fuori dal cappello magico di un ‘ragazzo degli anni Ottanta’, ai tempi dipendente di LVN e oggi stimato storico locale. Una sorpresa lunga un capitolo, impaginata in modo semplice ma ordinato dentro il sempre caro Quark XPress. In tutto coerente con l’approccio di Pier Luigi Nicolini, anche se diversa dalla sua precedente versione.

Che dire? Emozione. Nuovo lavoro. Impaginato e revisione. E dunque grazie, ancora, al nostro Fabio Ceccarini, che ci ha restituito questa porzione importante del libro. Finalmente la possiamo impastare con tutto il resto.

Two is meglio che one

Ecco che il lavoro cui abbiamo dedicato gli ultimi tempi e che oggi ti presentiamo a completamento delle parti introduttive precedenti raccoglie infine due versioni:

  • quella impaginata da Pier Luigi Nicolini con Fabio Ceccarini;
  • e quella giunta a noi manoscritta, piena di appunti e affetti, curata in forma familiare negli anni successivi. Una sorta di appendice emotiva e di ‘echi del giardino’.

Il primo capitolo pronosticato si trasforma così in una vera e propria prima parte, più che mai coagulandosi in un lavoro a più mani e a più generazioni. È come al solito un testo molto fotografico (o un album descrittivo?), che non solo cerca di raccontare il luogo de La Galilea, apice reale – ma anche morale e spirituale – de La Trinità; ma pure si spinge da lì a fare emergere le figure più rappresentative di una vita vissuta e condivisa. Nella famiglia, nel paese e nel lavoro.

Ora i tasselli pensiamo che si siano finalmente messi in fila come si deve, integrandosi con autorevolezza e tessendosi tra loro con affetto. Così la versione pensata da Pier Luigi con Fabio mette subito in primo piano il personaggio dello zio Galileo, morto giovanissimo e in odore di santità. È lui che viene riconosciuto come il seme più prodigioso di tutti i valori in cui poi si sono andati riconoscendo i suoi fratelli e i suoi nipoti, nella crescita dell’attività e nel lievitare delle relazioni dentro la comunità capranichese ed oltre.

C’è un inquadramento storico forte, con un incipit solido che ci parla dei ricordi del ragazzino e – molto più tardi – della vendita della sua casa nel borgo. Il testo ci parla di un avo piuttosto a-religioso, se non anarchico, venuto qui nella Tuscia da Bologna, anni prima. E quindi – al contrario – ci svela figure molto devote, come Amabile, che senz’altro ebbero grande influsso su Galileo e non solo. Sopra tutta la formazione valoriale dei fratelli Nicolini.

In tutto questo, La Galilea è appunto il sito d’arrivo (e sempre di ripartenza) di una vicenda imprenditoriale che – pur passando attraverso un importante attivismo nel mondo dell’edilizia romana – approda al verde come dimensione pratica e anche interiore. Una ispirazione dove la pineta de La Trinità rivela la sua logica sistemica, alla base della sua genesi, del suo significato paesaggistico e simbolico.

Il racconto della vita familiare e aziendale sarà di sicuro più semplice da capire per chi è di queste parti: è un intreccio di generazioni, con episodi e immagini particolari. Tuttavia la precisione delle rievocazioni – dal ritrovamento del sarcofago romano alla Sughera piantata da Galileo – siamo certi che possa appassionare anche chi approda a questo sito internet da vicende e luoghi chissà quanto più lontani.

Il culmine – sempre sulla scia dello zio Galileo e della sua famiglia – sta nelle testimonianze spirituali, che si fanno collettive. Passando dal diario di Maria Loreta, da Azeglio Nicolini a don De Luca, da Francesco Lariccia alla citazione finale di don Tonino Bello sulla pace.

In fine, a questo corpo narrativo che potremmo dire già completo, abbiamo voluto e dovuto chiedere di accoglie la parte ‘ricostruita’ dagli altri faldoni di Papà/Nonno Pier Luigi e Mamma/Nonna Maria Elisa: lettere, poesie, foto annotate, inserti lirici e commemorativi.

Due sguardi, una sola voce

Proprio così. A seguire questa prima narrazione che unisce storia e paesaggio, spiritualità e memoria – limpida, meditata e già impaginata – arriva la seconda versione di questa parte dedicata a La Galilea.

Si tratta, anche qui, di una sorta di introduzione alla storia più estesa de La Trinità. Ma il tono diventa di ‘appendice affettiva’. Raccoglie, infatti, un intreccio di materiali familiari, biglietti, appunti, immagini annotate a mano. Un mare di suggestioni e ricordi emersi negli anni successivi, prima che l’alzhaimer prendesse possesso della mente vivace e produttiva di Papà/Nonno Pier Luigi.

Ti invitiamo allora ad entrare in questo piccolo ‘menabò dei ricordi’ che Pier Luigi e Maria Elisa hanno composto insieme non tanto in punta di piedi, quanto in pantofole: come uno a cui è stata aperta la porta di casa per entrare con rispetto, ma anche in intimità. Potrai guardare insieme a noi tante immagini, sotto il tepore di una coperta tessuta a mano nel tempo.

La scelta è quindi stata quella di partire dalla versione più completa e compiuta, per poi aprire – con delicatezza – uno spazio dedicato anche alla materia viva, imperfetta e bellissima dei ricordi scritti a margine. Leggendo anche tu potrai così attraversare La Galilea e La Trinità come fosse il tuo giardino da almeno cent’anni: passando attraverso sentieri tracciati per un preciso disegno e scorci imprevisti. Accompagnata/o dalle voci di chi c’è stato, di chi ha custodito, di chi oggi continua a camminare con noi.

L’eco del giardino: un’appendice affettiva

Una vigna, una pineta, una famiglia… C’era un desiderio nel cuore di Corrado Nicolini (papà di Pier Luigi): dare il nome La Galilea a un luogo de La Trinità, in memoria del fratello Galileo. Quel nome è rimasto. Ha trovato casa in una piccola vigna esposta a sud, affacciata sulla pineta. Lì si è fatto spazio: per l’anima, il raccoglimento, la festa.

Attorno a questa scelta simbolica e affettiva si snoda questa appendice ‘cucita a mano’ del libro Una storia verde e blu. Un intreccio di parole, ricordi, immagini e testimonianze che restituiscono la voce a generazioni vissute tra questi alberi.

Una raccolta di voci per chi ama i luoghi che parlano al cuore

Nei passaggi di questa ‘appendice affettiva’ della parte dedicata a La Galilea troverai:

  • l’introduzione scritta da Pier Luigi Nicolini, che si apre con una citazione di Jean Guitton su memoria e eternità;
  • il racconto della casa e della pineta de La Trinità, a partire dagli alberi piantati dal bisnonno Luigi;
  • le parole (molto care) di Elena Nicolini Lariccia su La piccola via dello zio Galileo, tra spiritualità e memoria condivisa;
  • fotografie annotate, citazioni intime, biglietti, omaggi e  persino un frammento di recita leopardiana;
  • una chiusura lirica e corale, tra fede e amore.

“Il passato è l’avvenire dell’avvenire” diceva Jean Guitton

“Il passato è l’avvenire dell’avvenire”: Pier Luigi Nicolini voleva dare il là al suo manoscritto con questa bella citazione di Jean Guitton, il filosofo cattolico francese nominato da papa Paolo VI primo uditore laico al Concilio Vaticano II. E noi naturalmente abbiamo rispettato questo suo desiderio.

A La Galilea – e più in generale a La Trinità – è d’altronde per tutti così forte la medesima sensazione di gratitudine (se guardi indietro…) e di speranza (se guardi avanti…). E per tutti, anche prima di questo momento, è stato lo stesso. Per cui, alla fine, ciò che è stato ha dovuto prima passare per una fase di progettazione e di visione: di attesa fiduciosa. O, meglio, di fede. Prima di diventare a sua volta riconoscenza.

Tutto qui è stato certamente costruito con molta fatica, e la storia raccontata per immagini e parole da Papà/Nonno Pier Luigi ne è testimonianza. Ma la fatica della storia non è nulla se non è seguita a braccetto dalla propensione a costruire il domani. Meglio se – come si conviene agli imprenditori cristiani com’è senz’altro stato Pier Luigi – in nome di un’economia giusta e solidale.

Non sappiamo dirti se adesso noi che abbiamo ereditato questa impresa di famiglia&comunità – seppur con tanta buona volontà e tenacia – siamo stati e saremo altrettanto capaci di Pier Luigi Nicolini a guidare il cambiamento, con la stessa fiducia nell’uomo e in Dio. Ma certo i valori che nostro padre/nonno ci ha dato in eredità restano la cosa più importante da tutelare, oltre il cielo de La Galilea e de La Trinità.

Adottare e promuovere la crescita in modo sinergico, mai mettendo l’azione davanti dell’etica, resta certamente un bell’obiettivo. Sempre più difficile in questo mondo, ma non certo impossibile se profondamente lo si vuole.

L’UCID – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti ha ribadito anche di recente la necessità di questo tipo d’impegno e direzione da seguire, spesso citando le parole di Papa Francesco. E un tal modo di fare impresa – non per il puro guadagno, ma per un processo di rigenerazione sociale e ambientale – noi lo sentiamo ancora nelle nostre corde grazie proprio all’esempio di Papà/Nonno. E grazie a ciò che lui ha fatto, anche attraverso le sue righe e i suoi appunti scritti, ci pare perciò non una chimera ma una meta persino raggiungibile.

Papà/Nonno Pier Luigi – e prima di lui suo padre e gli zii – è stato capace di creare lavoro, spesso innovazione e talvolta anche intelligente diversificazione. Ciò è sinonimo di economia sana, da cui non di rado la burocrazia e le difficoltà tentano di allontanare o deviare. Non di meno il compito resta lì: chiaro, sfidante, alto sul resto. Così come La Galilea sul profilo della pineta ultra-centenaria ai suoi piedi.

Leggere o ri-leggere Una storia verde e blu per noi ‘di casa’ ha anche il senso di ridimensionare le paure che potrebbero paralizzarci: è vero che siamo in un contesto politico-economico terribile, caratterizzato dall’aumento della povertà e dalle guerre e dalle diseguaglianze e dalle crisi ambientali. Ma non è stato forse un po’ così anche per chi ci ha preceduto? Eppure il desiderio comune di costruire qualcosa di buono e di bello per la famiglia e per la comunità ha sempre prevalso.

Un sorriso bonario, per finire. Potrebbe sembrare che Papà/Nonno Pier Luigi fosse una sorta di anacronistico ‘curato di campagna’: la biblioteca zeppa di libri di chiara impronta cattolica, parenti nel clero o addirittura in odore di santità, pellegrinaggi di rito e icone anche alle pareti degli uffici. A volte noi, magari in fase riottosa e adolescente, lo prendevamo un po’ in giro o sbuffavamo per queseto… La verità è che la sua fede era profonda quanto la sua cultura, e – grazie al cielo! – prevedeva la tendenza ad aprirsi ad utili contaminazioni. Fellinianamente, diremo. Insomma, da uomo critico e intelligente.

Quindi, detto ciò, le sue virtù e la sua leggerezza consapevole possono ancora ispirarci. Perché quel passato è – per fortuna – dentro il nostro futuro. Sempre un po’ verde e un po’ blu, speriamo.

Condividere queste pagine significa camminare insieme in silenzio, raccogliendo quel che resta e quel che ci porta avanti #distagioneinstagione

Ti auguriamo dunque buona lettura di Una storia verde e blu. E se…

  • Hai vissuto esperienze simili a quelle della nostra azienda e di Pier Luigi Nicolini?
  • Conosci ‘storie verdi’ di imprenditori e personaggi del nostro territorio che meritano di essere raccontate?
  • Vuoi condividere con noi ricordi e riflessioni nati da queste pagine?

…Scrivici. Ti aspettiamo lungo questo lungo racconto.

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