L’Antico Casale: il nostro nido

Più volte ti abbiamo invitato a trovarci: ti abbiamo intrattenuto con ricordi più o meno lontani, passeggiando tra i viali de La Trinità così come sono oggi. E abbiamo immaginato – intanto – di vedere questo nostro grande giardino e questa campagna come saranno poi: senza perderli mai di vista, ma solo con l’obiettivo di restituirli – mano a mano – a un futuro migliore. Migliore di tutte le possibilità già vissute o prevedibili.
Oggi, allora, facciamo altri quattro passi in avanti. E arriviamo forse non proprio al centro fisico della proprietà; raggiungiamo insieme, però, il suo epicentro domestico: il nido della nostra storia, qui. Si tratta dell’Antico Casale (che – al suo piano terra – conserva anche il Vecchio Granaio e la casa del custode).
Una sintesi è possibile?

Storie speciali di questo immobile potremmo recuperarle, anche vox populi, e raccontarle in una sintesi di sufficienti righe. Tuttavia sarebbe un riassunto sempre manchevole di qualcosa. Può darsi non completo delle piccole leggende. Di tutti i punti di vista. Di ogni ricordo diverso e necessario a tramutare questo manufatto nell’unico set proponibile per il film ideale della nostra vita: di generazione in generazione, dalla famiglia all’azienda (e ritorno).
Quindi decidiamo, per ora, di affidarci piuttosto che alle parole alle immagini fotografiche. Poi arriveranno le opportunità di fare anche uno storytelling più completo, più profondo… Più corale, perché no?!

L’Antico Casale per immagini: stagioni e sguardi
Fotografi come Rossana Cintoli, Fabio Fuser e Simone Nunzi hanno saputo cogliere l’anima dell’Antico Casale. Rossana lo conosce da sempre, Fabio e Simone ne sono rimasti affascinati fin dal primo sguardo. E così, tra luci calde e ombre lunghe, tra l’esuberanza della bella stagione e il fascino austero dell’inverno, ce lo restituiscono in immagini.
Quel che c’è da capire, camminando attorno all’Antico Casale, è che si tratta di una casa dove tutte le anime della nostra famiglia (pratiche, combattive, scaltre, materne e paterne, costruttive e creative, poetiche e coi piedi per terra) hanno comunque riconosciuto il loro nido. Primitivo e insostituibile, per sempre.

Così, anche chi tra noi l’ha vissuta di meno vede in questa casa un simbolo di solidità (e di prospettive sempre aperte). Nonostante l’età ultra-centenaria delle sue fondamenta. Nonostante qualche naturale ‘ruga’. Nonostante i tempi che cambiano…
L’Antico Casale è d’altronde poliedrico non solo per questa sua capacità di conglomerare vissuti vicini&distanti. È in realtà multiforme perché quasi ogni piano (sono in tutto tre, più la lunga e stupenda cantina sotterranea) rappresenta in qualche modo una particolare declinazione dell’idea di casa. Ai tempi dei nostri avi, ma (perché no?!) anche domani.
L’Antico Casale per immagini: stagioni e sguardi

L’Antico Casale – che aveva una sorta di ‘gemello’ nella proprietà Lazzè de La Trinità – resta dunque un fondale romantico e delicato. La stretta e lunga scala che raggiunge il portoncino al primo piano. Le finestre simmetriche sulla facciata un tempo dipinta. E poi gli interni semplici, ma suggestivi. Tra peperino e dettagli in ferro battuto.
Qualunque sarà la direzione che sceglieremo, una cosa è certa: l’Antico Casale non è solo un edificio. È una memoria stratificata, una promessa di continuità. E ogni passo che in futuro cercheremo di fare per preservarlo sarà guidato da questa consapevolezza.
Rispettosi del genius loci
Puoi immaginarlo anche tu… Non vogliamo dimenticare che il primo valore di questa casa è nel nostro cuore e in quello di chi ci conosce da vicino. Il suo valore è anzitutto negli alberi e nei prati che la circondano: fa parte di un paesaggio unico. E dunque ogni qualunque eventuale progetto per lei deve cominciare e proseguire senza distaccarsi proprio da quel paesaggio.
In questo orizzonte si possono fare altri nuovi passi, uno dietro l’altro, in particolare nelle stagioni più calde&aperte per dare poi una spinta più completa e consapevole all’avvenire dell’Antico Casale de La Trinità.
Intanto, tu che ci dici? Quanto ti piace questa casa? Quanto ti piace l’aria che la circonda? E tu? Ti piacerebbe camminare qui, sentirne il respiro, viverne l’atmosfera?