La Giornata della Terra, vista da noi. Tra le righe di una pubblicazione speciale
Oggi – insieme a te – torniamo ad ascoltare la voce delle nostre radici. Partendo da una Giornata speciale (ed andando oltre, in direzione futuro).
Sì, perché anche le radici in effetti hanno una voce. A volte è un fruscio appena percettibile, subito sotto la superficie. Altre volte, invece, si tratta di un suono più deciso: quello generato dai gesti che mettono mano alla terra, in modo molto concreto e rispettoso. In ogni caso, vale la pena ascoltare questa voce.
Questa è la motivazione che – per esempio – ci spinge a sentire la Giornata della Terra non come una ricorrenza tra le tante più o meno intonate a un ‘calendario green’; bensì come un’occasione reale&concreta per far emergere – anche nel racconto – il senso profondo del nostro lavoro. E quest’anno, a sorprenderci e motivarci maggiormente, c’è stato qualcosa in più: la possibilità di parlare del nostro ‘impegno radicato’ su un quotidiano nazionale, grazie a un articolo pubblicato da La Repubblica.
È stata un’occasione speciale, che abbiamo colto per piantare sulla carta stampata e nella nostra rete di relazioni le parole giuste: quelle che appunto narrano ciò che facciamo ogni giorno, con umiltà e competenza.
Ci teniamo a questa intervista. Per cui ti riproponiamo qui sotto tutto l’articolo completo. Se non l’hai già letto, è l’occasione per farlo. E anche per navigare, qui sul sito, verso la pagina dedicata al tema della Terra: ai suoi approfondimenti e alle sue immagini.
👉 Scopri subito la landing page per la Giornata della Terra, dal 2025 agli anni che verranno.
Da 160 anni in campo per il verde – L’articolo pubblicato su La Repubblica
LINEA VERDE NICOLINI > L’AZIENDA DI CAPRANICA (VT) È SPECIALIZZATA IN ARBORICOLTURA E TAPPETI ERBOSI, VERDE PER SPAZI DI OGNI TIPO, ANCHE IN-DOOR, SIA PER IL PUBBLICO SIA PER I PRIVATI
Dal 160 anni in campo per il verde: LINEA VERDE NICOLINI S.R.L.
“Da 160 anni coltiviamo la cura della natura e non un semplice piantare, perché siamo sensibili al verde e uniamo consapevolezza a concretezza”. A parlare è Rosa Benedicta Nicolini, responsabile comunicazione e socia insieme ai suoi fratelli di Linea Verde Nicolini, azienda che si occupa di curare gli spazi verdi, privati e pubblici. Nata 1865 come ‘Vivaio Gigante Nicolini’ nella Tuscia Viterbese, l’attività “venne avviata grazie a miei zii costruttori e a mio nonno Corrado, che s’inventarono questo lavoro dopo l’acquisto di terreni a Capranica, dove ancora si trova la nostra sede e dove facciamo crescere i nostri alberi. Negli Anni ’80 la società ha assunto nome e logo attuali su impulso di mio padre Pier Luigi, che l’ha ristrutturata con visione ampia. Adesso abbiamo un bell’archivio storico d’immagini di tutto il nostro percorso”. Oggi Linea Verde Nicolini cura spazi verdi di ogni tipo, anche in-door, lavorando molto su Roma e nel Centro Italia: “Cura vuol dire tempo, che dedichiamo alla sostenibilità degli interventi e al valore sociale dell’architettura del paesaggio, collaborando da sempre anche con architetti noti. Non stiamo facendo solo colture agrarie, ma cultura sul verde in vari ambiti: lavoriamo molto con enti pubblici, ma seguiamo pure importanti clienti privati. Non piantiamo solo alberi, ma possibilità”.
I punti forti
Tra le specializzazioni, sottolinea, ci sono tappeti erbosi (sportivi e domestici) e arboricoltura: “Nel primo caso, sono stati fatti molti passi avanti nell’affrontare le problematiche ecologiche. Penso ad esempio ai prati per il golf, accusati in passato di intervenire in modo pesante sulla natura endemica. Tuttavia, oggi i problemi sono sorpassati grazie a nuove soluzioni sostenibili, tra cui l’irrigazione intelligente, l’uso di materiali locali, le zone tampone per tutelare la natura e le sementi resistenti. Uno dei nostri progetti più recenti di golf sostenibile è a Cavriglia”. Poi ci sono gli alberi: “I ‘nostri pionieri’ usavano i grandi alberi, mentre oggi l’approccio è più tecnologico. Per esempio, si eseguono tomografie, prove di trazione, endoterapie, consolidamenti delle piante, bioattivazione radicale e, purtroppo, a volte abbattimenti e potature (ma ragionati e sensati)”. Il tutto portando avanti tanti progetti, come: Ossigeno della Regione Lazio, con piantumazione* e cura nel tempo; oppure l’endoterapia di 1.500 Pini della Pineta Monumentale di Fregene, colpiti da cocciniglia e curati con 6.000 trattamenti mirati. Nel caso di Fregene, “il sindaco ha parlato di polmone verde restituito alla città. Adesso guardiamo alla cura mirata degli alberi, ma anche ai giardini dei sensi pensati per persone con disabilità”. L’approccio usato è integrato, multidisciplinare, con strumenti all’avanguardia, materiali durevoli e locali, stando attenti ai microclimi e privilegiando essenze autoctone. “Siamo legati alla comunità di Capranica e tanti sono con noi da generazioni – aggiunge – venire da noi significa scambiare conoscenza ed emozioni, senza scadere nella corsa consumistica alla piantumazione*”. E conclude: “Cerchiamo di cogliere stimoli dall’attualità, tenendo gli occhi aperti per evitare meccanismi che possono togliere valore al nostro lavoro. Dal confronto tra generazioni, ad esempio, può scaturire qualcosa di diverso e innovativo. Dopotutto fare giardinaggio e occuparsi di paesaggio è sempre un atto di relazione con gli altri e con la natura. Ogni giorno ci confrontiamo con sensibilità diverse, su un terreno comune dove piantare le cose giuste”.
Per informazioni: www.lineaverdenicolini.it – lineaverede@lineaverdenicolini.it
(La Repubblica RM – 20 aprile 2025 – inserto dedicato alla Giornata della Terra)
*piantumazione. L’uso giornalistico di questo vocabolo – come vedrai nelle prossime righe – ci dà modo di fare un’ulteriore precisazione tecnica e una sorta di brainstorming, in un proficuo e simpatico gioco di scambio di visione tra i nostri arboricoltori e le nostre necessità di comunicazione più allargata al grande pubblico.
🌳 Piantare o piantumare? Quando anche il linguaggio deve mettere le giuste radici
Se ne parla più di quanto si pensi. E, se si lavora con gli alberi ogni giorno, come facciamo noi, è impossibile non inciampare – prima o poi – nella questione lessicale: è meglio dire ‘piantare’ o ‘piantumare’?
A prima vista può sembrare una sfumatura. Ma chi lavora nel verde sa che anche le sfumature contano, eccome.
Nel nostro articolo su La Repubblica, ad esempio, compare ben due volte il verbo piantumare. In realtà, non è una svista: è un termine ormai entrato nell’uso comune, presente in molti testi ufficiali degli enti e riconosciuto in modo ampio dall’Accademia della Crusca. Persino Leopardi – pare – lo utilizzò.
E quindi? Tutto bene così? Forse sì. Ma anche no. E, in fondo, dipende. Vediamo che ne pensano gli esperti.
Come spiega il nostro arboricoltore Leone Davide Mancini: “Non si tratta – è evidente – di una questione di correttezza linguistica, perché ormai ‘piantumazione/piantumare’ è un termine di uso comune. Tuttavia, per noi che siamo arboricoltori professionisti e tecnici attenti anche alla forma che definisce la qualità del contenuto, diventa una questione importante per definire in modo corretto il nostro approccio e il nostro ruolo. Si tratta insomma di contestualizzare in maniera appropriata, al di là della differenza che può esserci tra pubblicazioni scientifiche e non. Vogliamo, infatti, cercare di utilizzare i termini che usano gli addetti ai lavori. Anche quando non ci rivolgiamo solo a loro…”.
Noi condividiamo questa visione di Leone Davide Mancini. Ecco perché, nella comunicazione tecnica, preferiamo senz’altro dire ‘piantare’, ed usare locuzioni come ‘mettere a dimora’, ‘impianto di alberature’. È una scelta che racconta meglio la nostra cultura del progetto, della responsabilità e del tempo.
N.B. Tuttavia, come naturale, quando il contesto cambia – ad esempio nei bandi pubblici o in articoli divulgativi – ci capita talvolta di doverci un pochino adattare. Ma il motto resta ‘mai abbassare la guardia’: perché il linguaggio è una forma di cura, anche lui.
Per chi volesse approfondire:
📎 “Piantume, piantumare, piantumazione: perché non si devono usare” – Accademia dei Georgofili
📎 “Piantare o piantumare?” – La Crusca secondo Linkiesta
💚 Dalla terra alle parole (e ritorno): un racconto che continua
Piantare è un gesto semplice, ma di sicuro non banale. È un atto di fiducia, progettuale e interno a rapporti di relazioni. Perciò raccontarlo – con le parole giuste, nel momento giusto – è parte integrante del gesto stesso.
Ecco perché per noi la Giornata della Terra non si esaurisce in una data, né in un articolo come quello che ti abbiamo voluto riproporre oggi. È piuttosto un invito continuo a prenderci cura: degli alberi, ovvio; ma anche del modo in cui li pensiamo, li scegliamo, li accompagniamo a crescere.
Le parole, come le piante, hanno bisogno di ceppi forti. Per questo, anche quando accettiamo il compromesso di un linguaggio più ‘popolare’, non smettiamo di coltivare precisione, sapere e poesia.
Anche con il tuo aiuto e un costante confronto costruttivo all’interno delle diverse anime della nostra azienda, continueremo dunque a farlo: con le mani soprattutto nella terra e lo sguardo sempre aperto, tra quello che è passato e quel che può significare futuro.
Se vuoi restare in cammino con noi, questa è solo una delle tappe: ti aspettiamo nelle prossime storie verdi che pensiamo stiano già germogliando qui.