Kokedama: cos’è, come farlo (guida fai da te), cura e quanto tempo dura
Slanciato, sospeso e un po’ magico: il kokedama sembra uscito da un sogno e ti porta in una sorta di piccolo giardino zen. L’hai mai visto?
Si tratta di una sfera di muschio, che racchiude la pianta, sostituendosi di fatto al vaso. Al posto del recipiente, puoi quindi direttamente appendere o poggiare su un piattino il tuo verde kokedama.
Non è solo un esercizio di stile, dunque. Ma è un’antica tecnica botanica che punta alla sintesi degli elementi naturali: un modo di fare giardinaggio preciso e affascinante, che richiede molta manualità e attenzione costante ai dettagli. Ti sta cominciando a stuzzicare la fantasia?
Allora, oggi seguici (!). In questo articolo ti raccontiamo meglio tutto quello che devi sapere per avvicianarti all’arte del kokedama:
- che cos’è?
- come si realizza?
- di quali cure necessita?
- quanto può durare?
Con un occhio sempre rivolto alla pratica, anche i ‘bonsai volanti’ possono ora entrare nel tuo spazio verde: per insegnarti un metodo che viene dal lontano Giappone, ma che può sposarsi bene anche con la tua casa e il tuo giardino. Grazie ai giusti consigli professionali per farli vivere al meglio.
Cos’è esattamente un kokedama?
Cos’è esattamente un kokedama?
‘Palla di muschio’: proprio così. Questo è il significato del termine giapponese kokedama. E, infatti, si tratta di un’arte vegetale che nasce dalla volontà di sostituire il vaso con un involucro naturale. Un modo sostenibile e creativo che ha l’obiettivo di generare un forte equilibrio tra estetica, semplicità e rispetto per la pianta.
Oggi i kokedama sono diventati oggetti decorativi molto apprezzati anche all’interno dell’estetica occidente, ma il loro fascino va oltre: racchiudono l’idea di portare in casa o in giardino un frammento di natura pura, sospesa e leggera.
L’origine e il significato
Il kokedama ha radici antiche, legate al bonsai e alla filosofia del wabi-sabi, che celebra la bellezza dell’imperfezione. Nasce come soluzione povera, usata per coltivare piante senza vaso, ma si è trasformato in un’arte raffinata. Realizzarlo significa accogliere, attraverso un gesto semplice, l’essenza della natura.
I materiali che lo compongono
Come si costruisce un kokedama? Servono tre elementi fondamentali:
- la palla di terra (un mix di terriccio universale e argilla giapponese, come l’akadama, per dare consistenza);
- il muschio che avvolge e mantiene l’umidità;
- e il filo che tiene tutto insieme, spesso in cotone o nylon (magari verde per mimetizzarlo meglio).
Vantaggi e svantaggi rispetto ai vasi tradizionali
Qual è il quid che ti regala il kokedama rispetto alla più tradizionale coltivazione in vaso? Secondo noi è una bel frullato di questi fattori: leggerezza, originalità e… E un impatto estetico unico, per perdindirindina!
È ideale per piccoli spazi e per chi ama le piante sospese (o vuole decorazioni naturali fuori dal comune). Tuttavia – e qui iniziano le criticità – richiede in linea di principio più attenzione di una pianta in vaso:
- l’irrigazione è frequente;
- il muschio può seccarsi;
- e non tutte le piante si adattano a questo sistema.
Come creare un kokedama passo dopo passo (guida pratica)
Gli strumenti e i materiali necessari
Se ormai ti sei convinta/o a creare il tuo primo kokedama, sappi allora che ti servono:
- terriccio universale;
- akadama (o un’argilla simile);
- muschio fresco;
- filo resistente;
- acqua;
- guanti;
e una bacinella.Dunque, non molti strumenti o materiali. Ma – quelle sì! – molta precisione e pazienza sono fondamentali.
La preparazione della palla di terra
Comincia a mescolare il terriccio con l’akadama e un po’ d’acqua, fino ad ottenere una consistenza compatta, simile a quella della plastilina. Poi, avvolgi con questa miscela le radici della pianta scelta, modellando una sfera uniforme.
L’applicazione del muschio e il fissaggio
A questo punto, ricopri la sfera di terra con lembi di muschio, applicandoli con cura. Dopodiché avvolgi il tutto con il filo, creando un reticolo che mantenga stabile il rivestimento e dia un aspetto naturale.
La scelta della pianta adatta
Le piante più adatte sono quelle da interno e da mezz’ombra. Qualche esempio?
- Felci;
- Ficus;
- Pothos;
- Orchidee:
- piccole succulente:
N.B. È importante valutare la crescita lenta e il fabbisogno idrico: più la pianta è esigente, più sarà difficile gestire il suo kokedama.
La cura del kokedama: irrigazione e manutenzione
Il metodo di irrigazione corretto
Il kokedama si irriga per immersione: la sfera va posta in acqua per 5–10 minuti, fino a quando non smettono di salire bollicine. L’operazione va ripetuta alla bisogna: ogni volta che la palla risulta leggera e asciutta.
Come concimare
Ti consigliamo di aggiungere al kokedama un concime liquido molto diluito nell’acqua d’immersione, una volta al mese. Meglio dosi leggere e frequenti, per non danneggiare radici e muschio.
Cosa fare se il muschio ingiallisce o secca
Questo è un passaggio importante, sai? Può capitare – infatti- che il muschio perda colore: in questo caso puoi vaporizzare acqua più spesso, oppure sostituire il rivestimento con muschio fresco. Non è un difetto: fa parte del ciclo naturale, ma con piccoli accorgimenti l’effetto decorativo resta vivo.
Quanto tempo dura un kokedama?
La durata media di un kokedama è di 1–2 anni, a seconda della pianta e della cura. Con il tempo, del resto, le radici crescono e la sfera può disfarsi. È normale: il kokedama non è eterno, ma ciclico. Come tutto ciò che appartiene alla natura.
Quando è il momento di ‘rifarlo’
Se il filo si allenta, il muschio si stacca o la pianta sembra ‘uscire’ dalla sfera. Quello è il momento di rifare il kokedama. Si può ricreare con gli stessi materiali, offrendo nuova vita alla pianta.
Il metodo più rapido: unire una parte di terriccio fresco a quello vecchio, così da riequilibrarne le proprietà.
FAQ: risposte alle domande più frequenti
Posso usare muschio raccolto in natura?
- Meglio di no: oltre a questioni ambientali e legali, il muschio raccolto non sempre mantiene l’umidità. È preferibile usare muschio coltivato o acquistato.
Il kokedama è adatto a tutte le piante?
- Non proprio: piante con radici molto grandi o che necessitano di tanto spazio non sono adatte. Meglio scegliere varietà compatte e resistenti.
Il terriccio vecchio è dannoso per le piante?
- Non sempre: diventa dannoso solo se infestato da patogeni o eccessivamente impoverito. In questi casi meglio rigenerarlo o, se compromesso, sostituirlo.
Conclusioni
Il kokedama è una piccola opera d’arte vegetale: incantevole, sostenibile… Ma anche impegnativa (!).
Noi te lo abbiamo voluto presentare oggi, perché ne siamo affascinati a nostra volta. Lo vediamo in particolare come un piccolo-potente-ponte tra creatività, estetica ed equilibrio botanico. Insomma, un’occasione per imparare a conoscere meglio le esigenze delle piante e portare inventiva negli spazi verdi.
Sappiamo che alcuni architetti con cui collaboriamo lo propongono già come elemento decorativo. Per questo, nei prossimi tempi, pensiamo di dedicare più tempo al kokedama: affinché la competenza non resti solo tecnica, ma diventi esperienza condivisa.
Con i giusti consigli, anche tu puoi trasformare una pianta in una sfera di natura sospesa.