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Un nuovo metodo per un’operazione importante e delicata

Parliamo di bunker. Si tratta di un argomento spesso trattato solo in club house, a tu per tu con amici e maestri. In realtà, rappresentano una delle maggiori difficoltà nel gioco del golf: dai bunker di percorso a quelli profondi di fianco ai green

Vediamo, allora, come sono fatti questi ostacoli formati da una depressione del terreno più o meno profonda, ricoperta di sabbia, che rendono più difficile il colpo del giocatore.

Sono molte – sì – le discussioni riguardo alla loro realizzazione: sabbia dura o morbida; sponde troppo ripide; numero dei rastrelli e loro posizione… Oppure si parla delle regole da applicare quando sono in cattivo stato o pieni d’acqua, o ancora del loro disegno e della posizione in cui sono stati collocati.

Quasi tutti i bunker dei campi da golf hanno problemi di ristagni d’acqua, sabbia non idonea, sponde molto ripide.

Ecco, noi di Linea Verde Nicolini srl nella ristrutturazione di tutti i bunker del percorso del Golf Nazionale abbiamo applicato una nuova tecnica: l’utilizzo di uno strato di conglomerato drenante (Capillary Concrete) che steso sull’intera superficie permette l’infiltrazione dell’acqua molto velocemente, rendendo i bunker giocabili anche dopo abbondanti precipitazioni.

Inoltre, questo metodo applicato da Linea Verde Nicolini permette una certa risalita capillare di umidità, che rende la sabbia soprastante leggermente umida, impedendo lo scivolamento della stessa sabbia verso il basso, anche in presenza di sponde molto ripide.

N.B. Il Capillary Concrete utilizzato ormai nei campi da golf di tutto il mondo viene garantito per dieci anni. Naturalmente però questo non basta. Infatti, deve essere messa molta cura nella preparazione del fondo del bunker stesso.

Quindi, la nostra ristrutturazione non ha riguardato solo la stesa del Capillary Concrete; ma ha comportato anche l’intervento sul fondo, sulle sponde e sulle linee di drenaggio. 

Nella sistemazione del fondo non potevamo certo stravolgere l’impostazione data dall’architetto. Quindi le caratteristiche sponde dei bunker delle buche 7 e 16 sono state leggermente attenuate e chiuse in piccola parte, per facilitare l’infiltrazione dell’acqua.

Molta attenzione e stata messa nell’impedire che l’acqua di scorrimento superficiale entri nel bunker; quindi sono state modificate alcune pendenze, in maniera tale da ottenere l’effetto voluto, ma anche in modo da non cambiare il caratteristico aspetto della buca.

Un altro aspetto dei bunker dove siamo intervenuti è stato la rete dei drenaggi. Questi sono stati tutti ricostruiti con breccia di giusta granulometria e tubi fessurati; in alcuni casi si è dovuto intervenire con la costruzione di nuove spine.

Nel ripristino dei drenaggi non potevamo d’altronde non controllare gli scarichi, che sono stati tutti ripuliti e muniti di pozzetti d’ispezione, per eventuali manutenzioni.

 

Anche la scelta della sabbia ha comportato un’attenta analisi, sia da un punto di vista del colore che della granulometria, optando per una sabbia bianca medio grande che oltre ad avere un buon effetto cromatico, favorisce la rapida infiltrazione dell’acqua stessa.

 

In sostanza la risoluzione dei problemi dei bunker del Golf Nazionale non è stata semplice, ma siamo sicuri che con il nostro intervento li abbiamo resi piacevoli da vedere, facili da mantenere, ma soprattutto giocabili in ogni condizione. Per il vero piacere dei giocatori.

Articolo di Andrea Cappuccini | perito agrario | tecnico per tappeti erbosi

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

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