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La biodiversità come ricchezza da proteggere

Si parla sovente di patrimonio artistico, ma si parla abbastanza anche di patrimonio paesaggistico? E di quello biologico? La biodiversità, che fa strettamente parte sia dei panorami fisici del territorio che dei suoi ecosistemi culturali, in fondo è appunto una sintesi poliforme di ‘ricchezza di vita’. Sei d’accordo con noi?

Come tutti i patrimoni – cioè le fortune importanti – la biodiversità va dunque tutelata: come un sito archeologico, come un quadro, come un palazzo. All’interno di uno skyline autentico e sinergico con la natura essa va preservata. Dentro il paesaggio forse più limitato di una strada quanto in un una vastità di prospettive più complessa. Dal tuo terrazzo e giardino al panorama laggiù, fin dove la vista può arrivare e sempre oltre. Perché la biodiversità ha dinamiche simili a quelle di qualsiasi corpo vivente: è distinta in tante micro aree (organi vitali), che da una certa prospettiva possono essere quasi particelle infinitesimali, ma la sua salute&armonia è poi globale e universale. Di necessità, sai, è così.

LA CONSAPEVOLEZZA DI UN BENE IMPORTANTE: LA NATURA

E tu come ti comporti quando devi conservare qualcosa che ami, qualcosa da cui senti che la tua stessa vita in qualche modo dipende? Lo nutri. Lo curi. Fai attenzione ad ogni interazione che potrebbe giovare alla sua crescita o – al contrario – potrebbe nuocere alla sua incolumità. È così, non è vero?!

Allo stesso modo la consapevolezza del bene incommensurabile che ci arriva da una coesistenza armonica, in uno stesso territorio e quindi nel mondo intero, di diverse specie (sia vegetali che animali) deve coinvolgerci nella tutela del loro equilibrio. Dove noi&te siamo a questo punto responsabili della salute delle relazioni naturali che guidano l’ecosistema. Dal più piccolo al più grande…

LA BIODIVERSITÀ COME LINEA GUIDA PER I FLOROVIVAISTI

Eccoci, dunque. Responsabili a più livelli e con diversi ruoli. Responsabili come donne e uomini di questo pianeta, di questa perla che è l’Italia, della bellissima Tuscia oppure di ogni altra particolare regione, del verde che sta intorno al nostro paese o alla nostra città. L’attenzione per tutto il patrimonio delle cose che ci circondano cresce, stimolata anche dalla paura di perderle. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. E ognuno fa anche in base a ciò che agisce ed è nella vita di tutti i giorni. Tu che puoi fare? Noi cosa possiamo fare?

Così i vivaisti – per lo meno quelli che sceglie Linea Verde Nicolini come partner di lavoro – rigenerano oggi le loro attività con l’aiuto dell‘innovazione tecnologica, ma sempre intorno alla delicatezza dell’armonia spontanea. Continuano in quest’ottica ad affrontare le problematiche della conservazione, del miglioramento e della propagazione delle piante.

Si tratta di un atteggiamento che da sempre ci coinvolge e che torna a interessarci direttamente, dentro l’antica attività del Vivaio Gigante e quindi per l’incolumità del polmone verde de La Trinità; ma pure nelle occupazioni e nelle scelte quotidiane del centro di giardinaggio. Dalla coltura al supporto nelle decisioni dei clienti come te, dalla vendita al post-vendita.

UN FILO CONDUTTORE PER NOI COSTRUTTORI DI GIARDINI

D’altronde, Pier Luigi Nicolini e gli importanti architetti che collaboravano con lui (l’arch. Parpagliolo in primis) lo dicevamo già decenni fa: ‘la linea verde’ è una linea di paesaggio che, senza soluzioni di continuità, entra nel tuo giardino e ne riesce. Sposando la creatività coll’eco-sistema circostante, senza disturbarlo, bensì donando qualcosa di nuovo alle prospettive comuni. Nel pieno rispetto della natura e dei suoi equilibri. Per farli più forti, non più fragili.

Ciò ci porta a cominciare un discorso importante, che sicuramente riprenderemo in seguito (e che in parte abbiamo preparato già) sugli ‘innesti’ necessari al nostro lavoro: partendo dalla qualità del passato e passando per un presente pieno di impegni cruciali. Per finire al futuro, che si aspetta da tutti noi una matura tutela del paesaggio.

Per dove può transitare questa educazione alla qualità del paesaggio? Deve di sicuro fare leva sulla abilità e sulla sollecitudine a utilizzare al meglio le piante più adatte per la specifica funzione e per lo specifico ambiente.

La progettazione e costruzione del verde – cioè del ricorrersi di micro-paesaggi e macro-paesaggi – richiedono infatti molta conoscenza e molta sensibilità. Oggi più che mai.

UN ARGOMENTO CHE NON SI PUÒ ESAURIRSI QUI

Vogliamo parlare di questo sapere rispetto alle caratteristiche peculiari degli elementi naturali. E vogliamo parlare – ancora – di questa attenzione a utilizzare al meglio gli elementi vegetali, ottenendo così i risultati estetici e funzionali più desiderabili in una economia di biodiversità. Perciò te ne scriveremo di nuovo, in prossimi articoli del nostro blog.

  • Parleremo, dal punto di vista del costruttore di giardini, della progressiva perdita di qualità visiva del paesaggio (un problema che non riguarda solo le aree urbane, ma anche i contesti agrari).
  • Parleremo della richiesta sempre più forte, nella progettazione del paesaggio, di professionisti capaci di operare correttamente (dalla pianificazione alla progettazione, dalla conservazione al miglioramento del patrimonio, dagli equilibri naturali all’uso funzionale degli spazi). 

Tanti ‘innesti nella tradizione’, dunque, dove non può mai mancare il supporto di attività di ricerca e sviluppo: esterne e interne ai vari eco-sistemi produttivi, invi incluso il nostro. Sistema in cui speriamo tu ti senta in qualche modo parte attiva: come ‘portatore d’interessi’ più o meno interno, ma senz’altro attento alle necessità dell’ambiente e del verde condiviso. A presto! 

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
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