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Ora stai in guardia, sul prato!

Aaaah, sì: questo è il periodo più pericoloso per il prato. Anche per il tuo prato (!)

È tra la metà di maggio e la metà di giugno – infatti – che si possono letteralmente ‘sguinzagliare’ le malattie fungine tra l’erba. Anche quella dei migliori manti erbosi. E che fare, allora?

Semplice, diciamo. Quando le temperature iniziano a salire bisogna stare in guardia: noi insieme a te: i nostri tecnici a fianco alla tua sensibilità e al tuo amore per il tuo prato (domestico o sportivo che sia).

Non prestare questa attenzione, del resto, potrebbe costarti e costarci caro. Le malattie fungine sanno essere devastanti e possono causare addirittura dei danni permanenti o persino la morte dell’erba. Dunque… Hasta la vista (!).

I PRINCIPALI NEMICI DA TENERE D’OCCHIO

Il controllo che dobbiamo effettuare sul tuo bel prato, per tutelarlo da tutti i rischi del cambio stagione, è ora soprattutto rispetto a tre principali nemici:

  • la Puccina Graminis
  • la Rhizoctonia Solani
  • e la Sclerotinia Homeocarpa.

Ma – ovviamente – di malattie ce ne sono anche altre. Come la Laetisaria fuciformis, per esempio (vedi box).

N.B. Di tutte le ‘insidie’ per il prato di casa e per il green il nostro Andrea Cappuccini ti ha già parlato in due begli articoli tecnici di un paio di anni fa. Finito di leggere questo breve ‘vademecum di maggio’ ti consigliamo, allora, di navigare anche verso:

  1. Malattie del tappeto erboso (capitolo 1)
  2. Malattie del tappeto erboso (capitolo 2)

Ricorderai che Andrea raccomanda principalmente una cosa: la cura. E dice: “Se il tuo prato è sano e ben tenuto, sarà difficile che qualche agente patogeno potrà disturbarlo. La prevenzione fatta insieme ai tecnici e l’amore per il proprio spazio aperto sono la prima garanzia di sicurezza. In ogni stagione e… Soprattutto a maggio!”.

Letisaria fuciformis (filo rosso )
  • temperature ottimali 15-21 °C

Questa malattia si manifesta con chiazze di dimensioni circolari che vanno da 5 a 50 cm, di colore bruno, con striature rossicce. Le foglie secche sono presenti insieme a quelle sane e le chiazze possono unirsi e dare origine a ampie zone infettate. Il patogeno sopravvive nel feltro e sulle foglie infettate, prediligendo temperature da 15 a 21°C che ne permettono la diffusione.

Favoriscono lo sviluppo di questa malattia fungina condizioni climatiche come nebbia, alta umidità atmosferica, rugiada che rimane a lungo sulla superfice, siccità, insufficienti livelli di fertilità, carenza di calcio. Per diminuire gli effetti negativi di questa malattia, è necessario mantenere un livello ottimale di acidità del terreno, adeguata concimazione, irrigazioni profonde e infrequenti unite a una buona circolazione dell’aria e a una buona penetrazione della luce al livello del tappeto erboso.

PUCCINIA GRAMINIS

Cominciamo dal primo subdolo sabotatore del tuo tappeto verde: la Puccinia. Lei è la causa di quelle piccole maledette macchie rosso-marroni sulle foglie (hai presente?), che poi virano al nero e bloccano di fatto il sistema vegetativo. 

Si tratta d’un fungo che può davvero nuocere molto al manto erboso, in particolare se abbiamo a che fare con quello di un campo da golf. Per combatterlo è importante adottare un approccio integrato, che prevede una serie di pratiche colturali e (se necessario) l’uso di fungicidi.

In sintesi queste sono le operazioni da fare per tutelare e/o curare il tuo prato dalla Puccinia:

  1. abbi cura di mantenere la zona ben drenata e scongiurare la ritenzione d’acqua;
  2. evita d’innaffiare in modo eccessivo il tappeto erboso (se necessario, bagnalo solo al mattino presto, facendo in modo che l’acqua non resti sulla superficie durante la notte);
  3. rimuovi sempre le foglie cadute sul prato, affinché non si formino muffe o spore fungine;
  4. fertilizza il manto erboso in modo corretto, in modo da mantenerlo sano e resistente alle malattie;
  5. monitora sempre il prato per individuare da subito i primi segni di malattia, eventualmente intervenendo in modo tempestivo per limitare la diffusione del patogeno.

N.B. Come ti dicevamo sopra, se le pratiche culturali non si dimostrano sufficienti, può essere necessario l’uso di fungicidi. Ti consigliamo – nel caso – quelli a rotazione, che evitano la resistenza del fungo. Come immagini, questi presidi vanno comunque somministrati con cautela e seguendo alla lettera le istruzioni del produttore. E solo in caso di effettiva necessità.  

D’altronde, ci sono poi oggi delle soluzioni per la cura che si basano su criteri più avanzati/ecosostenibili, partendo da un duplice piano di azione. In breve:

  • da una parte si procede alla somministrazione di microrganismi e batteri antagonisti (come trichoderma, bucillus e micorrize);
  • dall’altra si esegue la concimazione con induttori di resistenza (come ossidi di silicio, gricinbetaine, fosfiti di potassio e chetati rameici).

I primi (batteri antagonisti) servono a contrastare, direttamente o indirettamente, i microrganismi patogeni. Mentre i secondi (induttori di resistenza) aumentano le capacità di autodifesa della pianta dalle malattie. Un buon metodo, da tenere in considerazione.

LA RHIZOCTONIA SOLANI

La Rhizoctonia Solani può partire all’attacco del tuo prato con altrettanta malevolenza, manifestandosi poco dopo con macchie circolari marroncine, che tenderanno presto ad assumere un aspetto marcescente. E devi stare in particolare attenta/o a questa infezione, perché – se grave – può portare alla morte dell’erba.

Si tratta, anche in questo caso, di un fungo patogeno. E anche in questo caso è importante adottare un approccio integrato, che comprenda diverse strategie.

Innanzitutto, è sempre importante mantenere una buona gestione dell’irrigazione, evitando di bagnare eccessivamente il prato e di lasciare pozzanghere. Inoltre – come già specificato per la Puccinia – è vitale praticare una giusta fertilizzazione, avendo cura di evitare eccessi di azoto (che al contrario può favorire la crescita del fungo).

N.B. In caso d’infezione, esiste la possibilità di utilizzare fungicidi specifici per la Rhizoctonia solani, la cui erogazione – però – deve al solito seguire dosaggi e modalità d’uso indicate dal produttore. Tuttavia, non solo a nostro avviso, l’uso di fungicidi dovrebbe essere limitato solo alle situazioni in cui è strettamente necessario; e dovrebbe essere accompagnato da un’adeguata gestione del prato, come la rimozione delle parti danneggiate e la semina di varietà di erba resistente alla malattia.

Meglio valutare, nel caso, una terapia combinata di batteri antagonisti e induttori di resistenza. Il nostro esperto greenskeeper, Andrea Cappuccini, saprà darti il consiglio migliore per la situazione specifica.

LA SCLEROTINIA HOMEOCARPA

Infine, la Sclerotinia Homeocarpa. È nota anche come Dollar Spot, e si manifesta con piccole macchie che prima assumono una colorazione scura, poi seccano e diventano completamente scolorite. Un po’ come paglia…

Anche la Sclerotinia Homeocarpa è un fungo a cui ‘piace’ il prato: anche nel tuo potrebbe causare danni alle radici e alle foglie delle piante. Quindi, per combatterla in tempo, dovrai utilizzare (magari col nostro aiuto) i consueti consigli di prevenzione e di azione curativa.

Come negli altri casi sono disponibili diversi prodotti fungicidi, che possono essere applicati sul manto erboso in caso di attacco conclamato. Tuttavia, come già ti dicevamo, è importante adottare anche alcune misure preventive: azioni importantissime per ridurre la diffusione del fungo e contrastarlo sul nascere

  • Queste misure cautelative includono l’aerazione del prato, il mantenimento di un’adeguata irrigazione, la pulizia degli strumenti da giardinaggio e il controllo delle malerbe che possono favorire la crescita del fungo.
  • Inoltre, una corretta gestione del fertilizzante e un’adeguata concimazione possono pure aiutare nel prevenire l’insorgenza della malattia.

La regola numero uno resta quella di mantenersi in contatto stretto con i nostri tecnici e di discutere con loro le novità più all’avanguardia nella cura delle malattie fungine del prato. Esistono e sono tutto sommato alla portata di tutti. In modo equilibrato ed ecosostenibile.

IN CONCLUSIONE

Pure questa volta – hai letto? – emerge l’importanza di una corretta gestione dell’irrigazione. Dare acqua al prato in modo scorretto, infatti, è davvero il primo meccanismo autolesionista per chi ha un tappeto erboso da gestire nel passaggio di stagione: il modo migliore per accelerare una probabile insorgenza delle malattie. Dunque…

Non dimenticare MAI! Nel periodo di maggio è consigliabile irrigare abbondantemente ma infrequentemente. E – come si diceva – solo alla mattina presto.

Infine, dobbiamo con te tenere ‘in nota’ anche una serie di nuovi prodotti, tra i quali alcuni che includono trichoderma e micorrize; nonché la concimazione con ossidi di silicio e l’aggiunta di acidi umici e idrolizzati proteici. Al termine di questi trattamenti è sempre bene irrigare con abbondanza, al fine di garantire l’efficacia del prodotto stesso.

Tutto chiaro? Se hai dubbi, in ogni modo, sai che ci può contattare in qualsiasi momento. Con una telefona, una mail o anche attraverso il nostro numero di WhatsApp Business (+39 3287108421)

Ti ricordiamo inoltre che alcuni di questi argomenti sono stati già toccati, magari da angolature leggermente diverse, in altri articoli precedenti del nostro blog. Se hai particolarmente a cuore green e prati domestici, continua dunque a seguire la sezione che abbiamo intitolato prati di idee. A presto!

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

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